Si sente ripetere che le prossime elezioni saranno decisive per decidere la leadership dell’Unione europea nei prossimi anni. Ma come fa un elettore a orientarsi se Fratelli d’Italia, la Lega e Forza Italia-Noi per l’Italia sono posizionati all’interno del Parlamento europeo in tre schieramenti in conflitto fra loro? Tre schieramenti che hanno sensibilità diverse rispetto ai temi principali della politica internazionale, dall’immigrazione alla guerra in Ucraina. La stessa cosa avviene nell’opposizione dove Pd, Cinque Stelle, Azione e Renzi sono altrettanto divisi tra loro.

Il metodo corretto per affrontare una tornata elettorale così importante, che determinerà l’assetto dell’Unione europea, e quindi il nostro futuro, dovrebbe consistere nel “conoscere per decidere”.

Tali parole danno il titolo alla Scuola di formazione politica promossa da Fondazione per la Sussidiarietà, Società Umanitaria e Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, giunta alla sesta edizione. Si tratta di un’iniziativa apartitica, nata con l’obiettivo di aiutare a far rinascere e crescere partecipazione, passione, sensibilità politica, capacità critica e visione della realtà.

Proprio motivati dal prossimo appuntamento elettorale, si è deciso di dedicare la Scuola di quest’anno al tema “Europa: Futuro Presente”.

Siamo in un momento di grandi cambiamenti mondiali in cui il modello di globalizzazione che reggeva il quadro internazionale è andato in crisi. Sono saltati gli assetti di potere che hanno governato il mondo, sia nel periodo della “Guerra fredda” che dopo la caduta del Muro di Berlino. L’Unione europea sembra incapace, al momento, di stabilire una linea di condotta, divisa com’è tra mille contraddizioni. Assistiamo al risorgere di pericolose chiusure nazionalistiche, di populismi insidiosi, della nostalgia di uomini forti al potere, della confusione sugli obiettivi comuni, e della difficoltà di prendere decisioni.

Anche la democrazia, come si vede dal sempre più alto astensionismo elettorale, si sta indebolendo. La politica, in generale, è incapace nelle sue diverse manifestazioni di offrire risposte concrete, in un rapporto di debolezza crescente con il grande potere finanziario internazionale.

Quali prospettive dunque per l’umanesimo europeo, che è alla base della democrazia politica, economica e sociale del progetto di Europa unita?

Per affrontare questi temi sono stati scelti studiosi di altissimo valore a cui saranno anche poste domande, in presenza e negli hub collegati in streaming in tutta Italia. Un primo ordine di interventi metterà a tema proprio la concezione dell’Europa, non in teoria ma nella prassi e negli orientamenti prevalenti. Luciano Violante discuterà della sfida della post-democrazia che sta alla radice del problema europeo odierno. Provocatoriamente e sinteticamente, con un intervento intitolato “L’Europa è un bluff?”, Lucio Caracciolo chiederà di comprendere se siamo all’altezza della sfida che abbiamo davanti. Alessandra Lang e Ginevra Greco analizzeranno quale sia il sistema istituzionale europeo e le sue principali direttrici politiche.

Sarà dato grande spazio a uno sguardo geopolitico globale dei nuovi equilibri con cui deve confrontarsi l’Europa: il nuovo ruolo dell’Alleanza Atlantica e della storica alleanza con gli Usa, analizzato da Marta Dassù; la sfida tecnologica tra Stati Uniti e Cina, trattata da Alessandro Aresu; il mondo frammentato descritto da Antonio Villafranca.

In questo contesto, Enzo Moavero Milanesi parlerà di quale possa essere il contributo europeo per un nuovo equilibrio mondiale. Il quadro sarà completato dall’approfondimento dei necessari cambiamenti che dovranno essere attuati per non soccombere e per riprendere a crescere e a proseguire il processo di integrazione politica. Con Rosangela Lodigiani si discuterà di nuove politiche sociali per un’Europa più giusta e inclusiva; Ignazio Visco analizzerà i grandi cambiamenti e le riforme che incideranno sul futuro a riguardo della demografia, della tecnologia, del mercato. L’occasione è rappresentata dall’allargamento dell’Europa, che deve darsi nuove regole, pena la paralisi del continente, come argomenterà Vincenzo Celeste.

La presenza di giovani e preparati tutor animeranno i lavori di gruppo e i dibattiti.

Abbiamo tutti bisogno di continuare a imparare, manifestare dubbi, cambiare le nostre idee di fronte a conoscenze e argomentazioni nuove. Un lavoro comune che indichi quindi la strada per superare la polarizzazione sterile, prodotto di una profonda povertà culturale.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI