La speranza che conta più dell’ottimismo

Solo il presente può darci la sicurezza che tutti i nostri ricordi e tutto ciò che siamo stati non è condannato a scomparire come un sogno

Ci sono nuove notizie sulla fine del mondo. Su Wikipedia c’è una pagina web chiamata Timeline of the far future dove si possono trovare tutti i dettagli di ciò che accadrà nei prossimi anni, nei prossimi secoli, nei prossimi millenni. È stata creata da un londinese di nome Nick Webb nel 2010. E negli ultimi quattordici anni più di 1.500 persone hanno inserito i dati relativi alle ultime scoperte scientifiche.



Non è uno scherzo. Ross Andersen, giornalista molto serio della testata americana The Atlantic, dice che è uno dei suoi siti preferiti. Abbiamo sempre desiderato conoscere il nostro futuro, anche quando in quel futuro non ci saremo più, almeno come siamo adesso. Vogliamo sicurezza, la sicurezza che la conoscenza dà.



Alcune previsioni di quella pagina web sono più affidabili di altre. È molto, molto probabile che la maggior parte degli animali avrà un aspetto diverso tra 10 milioni di anni. Sappiamo che i continenti si riuniranno lentamente e che l’Africa entrerà in collisione con l’Eurasia, chiudendo il bacino del Mediterraneo. Una nuova catena montuosa simile all’Himalaya sorgerà tra Francia, Italia e Spagna. Tra 400 milioni di anni Saturno perderà i suoi anelli. Tutto ciò è probabile, altre previsioni sono più improbabili.

La nuova notizia sulla fine del mondo è stata aggiunta a questo sito qualche mese fa. La velocità con cui l’universo si espande aumenta. Le galassie diventeranno sempre più distanti le une dalle altre. Non ci sarà abbastanza energia nell’universo perché qualcuno lo possa pensare. Alla fine, ci saranno solo particelle subatomiche che danzeranno separate da distanze che non possiamo immaginare. Tutto sarà immerso in un silenzio oscuro entro 100 miliardi di anni. “Tutti i nostri ricordi e ciò che siamo stati sono destinati a scomparire come un sogno”, conclude un divulgatore delle ultime scoperte scientifiche commentando questa nuova notizia sulla fine del mondo. In realtà, è una conclusione che non ha nulla a che fare con la scienza. Ma queste affermazioni suscitano la nostra curiosità perché vogliamo sapere se la vita sarà valsa la pena di essere vissuta, se il nostro destino sarà positivo.



Vogliamo che il nostro destino sia buono e, quindi, a volte ci aggrappiamo a un ottimismo blando, di quelli che dicono che tutto andrà bene. Ma non sembra che la fine dell’universo sarà positiva. La fine dei tempi per la materia può essere una grande catastrofe, così come per l’umanità. La stessa cosa può succedere alle nostre vite. Molte volte le cose non migliorano. Esiste un ottimismo ancora più stupido dell’ottimismo blando: l’ottimismo della volontà. Vogliamo convincerci che, dopo una crisi, acquisiamo una serie di competenze che ci garantiscono di vivere meglio nel medio e lungo termine. L’ottimismo duro vuole trasformare le emozioni in carburante per migliorare le cose. Cerchiamo il destino positivo nel progresso della scienza, della politica, della rivoluzione, della controrivoluzione. L’ottimismo della volontà vuole raggiungere il futuro, un futuro sicuro, ma lo fa senza presente. Spesso ci diciamo che dobbiamo fare un grande sacrificio nel presente per raggiungere un paradiso che spesso diventa inferno.

E si crea una situazione strana. Non possiamo smettere di sperare che il futuro sia buono e sappiamo che con le nostre forze non possiamo realizzarlo. Nemmeno le leggi della natura possono riuscirci. Timeline of the far future fa le sue previsioni applicando le leggi della natura man mano che diventano conosciute e queste leggi non ci portano alla speranza. Perché ciò di cui stiamo parlando è speranza.

Solo il presente può darci la sicurezza che tutti i nostri ricordi e tutto ciò che siamo stati non è condannato a scomparire come un sogno. Abbiamo bisogno di un presente molto presente che possa sfidare il futuro. Che futuro, che speranza c’è per quegli innumerevoli minuti che non ricordiamo nemmeno più? La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che qualcosa abbia un senso, comunque vada a finire. E il senso non è un’affermazione, è un amore che non si deduce dalle leggi della natura o dalle leggi morali. È un amore che era/è infinitamente improbabile finché non accade.

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