Come ridurre le disuguaglianze

Le disuguaglianze sono tornate con forza al centro del dibattito economico e sociale. E si cerca di capire come ridurle

Le disuguaglianze, sempre più evidenti nel panorama globale, sono tornate con forza al centro del dibattito economico e sociale. Lo scenario attuale ha messo in discussione le previsioni delle teorie economiche tradizionali, che postulavano una progressiva riduzione delle disparità grazie allo sviluppo economico.

Secondo gli economisti neoclassici, il passaggio da economie agricole a industriali, unito alla competizione e alla diffusione del sapere, avrebbe dovuto garantire una prosperità condivisa. Anche i neoliberisti confidavano che il libero mercato e la competizione fossero strumenti sufficienti per una crescita equa. Tuttavia, i dati attuali raccontano un’altra storia. Queste disuguaglianze non si limitano al reddito, ma si estendono alla distribuzione della ricchezza, accentuando il divario tra pochi privilegiati e il resto della società. Di conseguenza, il dibattito sulla natura delle disuguaglianze si è riacceso. Alcuni studiosi sostengono che tali disparità siano ormai endogene al sistema economico attuale, alimentate da una serie di fattori strutturali. 



Cosa potrebbe aiutare a ridurre le disuguaglianze? Primo, limitare l’esistenza di oligopoli naturali e la difficoltà di accesso alle nuove tecnologie che amplificano il divario tra grandi imprese e piccoli operatori. Secondo, superare il modello economico e finanziario orientato esclusivamente agli azionisti (shareholder-centrico) per abbracciare un approccio più inclusivo, che consideri gli interessi di tutti gli attori (stakeholder-centrico). Terzo, promuovere una maggiore partecipazione democratica nella definizione di regole più eque per il sistema economico.



Un aspetto importante è la distinzione tra diversità e disuguaglianza. La diversità, spesso legata alle peculiarità dei territori, può favorire la coesione sociale. Al contrario, la disuguaglianza la ostacola, impedendo a larghe fasce della popolazione di vivere in modo dignitoso. La globalizzazione, pur avendo contribuito a ridurre le disparità tra Stati, ha paradossalmente acuito le disuguaglianze al loro interno. La vera sfida consiste nel distinguere la disuguaglianza che ostacola lo sviluppo umano dalla diversità che invece può favorirlo.

In questo contesto, l’istruzione rappresenta un potente strumento di contrasto alle disuguaglianze. Investire nell’istruzione significa aumentare il capitale umano e creare un meccanismo di riduzione delle disparità. Così come perseguire un modello di sviluppo che valorizzi la biodiversità economica, favorendo non solo le grandi multinazionali, ma anche le piccole e medie imprese locali. Lo sviluppo di questi fattori può essere favorito dalla presenza attiva di comunità sociali. Per esempio, Il ruolo della comunità nel contesto imprenditoriale sta emergendo come un elemento cruciale per ridurre le disuguaglianze. Gli imprenditori, soprattutto quelli sociali, si trovano spesso a operare in stretta collaborazione con le comunità in cui agiscono. In contesti caratterizzati da disuguaglianze strutturali, il dialogo tra imprenditori e comunità locali è un elemento essenziale per generare quella che è stata recentemente chiamata “civic wealth”, cioè una ricchezza civica a beneficio dell’intera comunità.



Affrontare il tema delle disuguaglianze richiede una visione unitaria, che abbracci aspetti economici, sociali e territoriali. La sfida è quella di costruire un sistema economico più equo, in cui la crescita sia al servizio dello sviluppo umano e del bene comune.

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