Da dove è nata e nasce la gigantesca figura di Giussani che, come dice papa Francesco, è un potenziale ancora tutto da scoprire? L’origine e lo sviluppo ultimo di ogni personalità matura è sempre un mistero, è sempre il risultato dell’incontro del mistero della libertà di Dio e della libertà dell’uomo. Giussani dice di se stesso che in lui tutto questo sviluppo è stato conseguenza della storia, di circostanze vissute come vocazione.

Scrivere è conoscere. Poco prima di iniziare a scrivere il mio libro mi sono reso conto che non potevo conoscere e raccontare alcune scene della vita di Giussani utilizzando un metodo diverso da quello che lui aveva usato e usa per conoscere e descrivere l’umano. L'”oggetto Giussani” impone un metodo. Naturalmente era necessario documentarsi con le ottime opere già scritte, ascoltare testimonianze, visitare i luoghi dove aveva vissuto. Ma non occorreva cercare un’intelligenza particolare, quanto piuttosto prestare attenzione per lasciarmi sorprendere dalle imboscate ​​di una vita piena di bellezza.

Se Giussani dice di sé che tutto in lui è stato storia, la sfida era ed è sorprenderlo in azione, individuare il suo modo di reagire, approfondire la struttura della sua reazione alle molteplici sfide e problemi che si presentavano nella sua vita. E per fare questa indagine non avevo e non ho altro materiale che la mia stessa umanità. Per capire e imparare, ad esempio, dal rapporto di Giussani con Leopardi dovevo capire a quale problema il poeta stesse “rispondendo”. Per non diventare un freddo cronista del rapporto tra un giovane seminarista di 13 anni che sente l’insufficienza della vita e un poeta ateo per il quale tutto è un’ombra, dovevo entrare in quel rapporto. E per entrarci avevo bisogno e ho bisogno dell’esperienza della mia stessa insufficienza. Lo si capisce solo di esperienza in esperienza. È stato questo che mi ha aiutato a presentare e vivere un rapporto contemporaneo con Giussani, con il quale ho avuto pochissimi incontri.

Molti dei problemi che Giussani dovette affrontare sono ancora attualissimi. Due di essi continueranno ad accompagnarci fino alla fine del mondo: il desiderio irriducibile che domina le nostre giornate e la carne di Cristo che va incontro a quel desiderio. Altre sono ancora vive come negli anni Cinquanta, ad esempio la sfida di trasmettere la fede in un mondo secolarizzato. Sono apparse nuove sfide. Ciò che impedisce che Giussani diventi per me una figura sempre più lontana nel tempo è riconquistare con il mio stesso materiale umano la fonte da cui scaturisce la sua esperienza, il suo modo di stare al mondo, il suo modo di dire Tu. Aspettare e riconoscere le persone in cui quell’esperienza è ancora viva.

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