Non siamo più nella società della rupe Tarpea ove il diversamente abile doveva essere sacrificato o emarginato o almeno non avviene ovunque così. Laddove ci sono uomini di buona volontà l’emarginazione può essere non il punto di arrivo, ma l’inizio di storie di riscatto umano e sociale. Occorre accorgersene per seguirne le mosse.
La Chimera Cooperativa Sociale nasce a Brescia nel 1995 su iniziativa di un gruppo di medici psichiatri bresciani in collaborazione con il CPS di zona, con l’obiettivo di promuovere l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di persone in condizione di svantaggio. Il primo ambito di attività iniziale è stato quello all’interno dell’allora istituto psichiatrico di Brescia, con la gestione del bar annesso frequentato come luogo di socializzazione esclusivamente dagli ospiti ricoverati; occasione inoltre per gli utenti del CPS di svolgere una semplice attività formativo/lavorativa.
Nel 2001 Antonio Scaldaferri (per tutti Tonino) commerciante di frutta e verdura e gestore di un bar, emigrato oltre una ventina d’anni prima dalla Basilicata a Brescia quando ancora adolescente, si imbatte per lavoro ne La Chimera, incontrando uno dei fondatori e primario di psichiatria. Lo spirito di imprenditore/commerciante di Tonino, la sensibilità propria e delle persone incontrate in quell’occasione, il bisogno espressogli da parte della Cooperativa di creare ulteriori occasioni di lavoro per gli inserimenti degli svantaggiati, lo appassionano e lo coinvolgono. Nel 2003 Tonino prende la guida de La Chimera assumendone la Presidenza operativa e coinvolgendo lavorativamente alcuni amici e collaboratori.
Da quel periodo insieme alle attività e alla struttura operativa è cresciuta (e ancora oggi è attiva) una rete di amici e conoscenti che hanno aiutato a individuare nuove opportunità di lavoro o che con altrettanta solerzia e sensibilità sottopongono casi di persone svantaggiate incontrate.
La Chimera si rivolge ad enti pubblici e ospedalieri, a comuni e a società private, forte di un’esperienza pluriennale via via cresciuta e di una professionalità certificata in diversi ambiti operativi: servizi di accettazione e prenotazione, gestione dati e call center, servizi di archiviazione, portierato, facchinaggio, servizi di pulizia e sanificazione ambientale, gestione di bar e produzione di pasticceria, servizi di supporto alla ristorazione collettiva, servizio pedibus scolastico; gestione per conto di aziende dell’assolvimento obbligo d’assunzione personale disabile.
Tenendo fede ai propri obiettivi programmatici, la Cooperativa ha diversificato negli anni il proprio impegno, conseguendo una costante e progressiva crescita degli occupati (attualmente 480 persone delle quali oltre 140 con svantaggi -psico/fisici o sociali), del fatturato (che supera i 10 Mi. di euro) e dei servizi offerti.
Tutte queste informazioni inerenti l’impresa sono però solo la cornice e lo strumento perché continuamente si generino entro il perimetro di “La Chimera” storie di uomini che si riaffacciano alla vita attraverso un percorso di lavoro ed accoglienza.
La storia di R., giovane di origini slave adottato da una famiglia italiana, con alle spalle un’infanzia di abusi e maltrattamenti, nel 2002 arriva a La Chimera per un tirocinio formativo presso il bar gestito dalla Cooperativa. Il “muro” creato a “propria difesa” verso il mondo esterno non gli permetteva inizialmente di relazionarsi con i colleghi e più in generale di instaurare rapporti. Attraverso il lavoro e con un percorso di paziente affiancamento da parte della Cooperativa R. è riuscito a sviluppare la propria personalità, rivelando il proprio lato simpatico e socievole e quanto ama stare fra la gente. Oggi R. è barman in un locale di Milano.
La storia di M., titolare di una tipografia, due figli, caduto nel dramma delle dipendenze, caso segnalato nel 2004 dai Servizi preposti e quindi assunto in Cooperativa come addetto alla distribuzione pasti a domicilio ad anziani in città; negli anni divenuto “pilastro” per La Chimera in diverse attività operative è riuscito poi nel 2008 a riavviare la propria attività artigianale e ad affidarla ai figli cresciuti. M. è quindi rimasto a lavorare con La Chimera.
La storia di P. che ha iniziato nel 2005 la propria esperienza con la Cooperativa tramite un tirocinio formativo; nonostante ritenuto in principio “non collocabile lavorativamente” è stato assunto da La Chimera che lo ha affiancato a supporto di colleghi in semplici attività. Negli anni ha acquisito sicurezza e professionalità arrivando a gestire in autonomia il proprio lavoro di addetto pulizie in ambiente sanitario.
La storia di S., giovanissima ragazza arrivata nel 2009 con una grave forma di depressione, appassionata di “cucito”, ha iniziato a lavorare presso il bar gestito dalla Cooperativa supportando i colleghi nella preparazione dei pasti e nel servizio ai tavoli. A lei è stato anche affidato il compito di creare e confezionare il tovagliato della sala mensa. Attualmente S. oltre al proprio lavoro, ha ritrovato un proprio equilibrio d ha riscoperto la sua passione per il “taglia e cuci” tanto da occuparsi di piccoli lavori di sartoria in proprio.
La storia di J. e di A., un giovane coppia di neo sposi giunta in Italia a Cremona nel 2013 fuggendo dalla Siria attraverso i “corridoi umanitari” della Comunità di Sant’Egidio. La Chimera, a supporto della Caritas cremonese, si è attivata trovando un’abitazione e dotandola di tutto il necessario e assumendo J. nell’attività di lavaggio stoviglie. La Cooperativa ha quindi seguito J. e A. anche nella fase di inclusione sociale aiutandoli a inserirsi nella comunità cremonese e la famiglia è cresciuta dopo la nascita di una bellissima bimba.
I recenti casi di P. e di M., due operatrici (una anche svantaggiata) impegnate da anni con la Cooperativa nei servizi di supporto alla ristorazione, che due anni fa la prima e lo scorso anno la seconda sono giunte al pensionamento. Dopo poco entrambe hanno chiesto a La Chimera di essere riassunte per sentirsi ancora utili e poter stare impegnate ancora insieme alle colleghe. Naturalmente sono state le “bentornate”.
Ritrovare la via maestra dopo tanto male può non essere più una chimera…
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