Stiamo vivendo un periodo di profondi cambiamenti nell’ordine globale e che comportano sfide profonde per la politica economica. Un sistema di libero mercato globalizzato, con multinazionali che hanno bilanci più imponenti di quelli degli Stati; in cui le grandi aziende del digitale giocano un ruolo di orientamento delle opinioni; in cui i Governi fanno sempre più fatica a esprimere la loro visione di politica economica.
Quali conseguenze avrà questo modello di sviluppo? In un recente seminario organizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà sono stati messi a fuoco alcuni nodi e alcune domande per comprendere meglio come far fronte ai problemi che questo modello genera, quali: disuguaglianze, povertà, disoccupazione, mancanza di risorse per il welfare e la scuola.
Nel contesto sociale ed economico in continua evoluzione, le comunità e i corpi intermedi sono chiamati a rivitalizzare la loro capacità di sviluppare iniziative di welfare, economiche, in un rinnovato rapporto con le istituzioni. Questi soggetti, che nel nostro Paese hanno addirittura preceduto il formarsi dello Stato, si sono indeboliti. Disintermediazione e fragilità dei legami sociali hanno ridotto fortemente la loro capacità creativa.
La necessità di un’integrazione tra pubblico e privato è urgente. C’è bisogno di più società e più Stato, in un momento in cui la necessità di una maggiore influenza del settore pubblico si scontra con una carenza di risorse.
Come conciliare la necessità di uno Stato più intraprendente con quella di un settore privato più integrato e responsabilizzato?
Cresce la necessità di affrontare le problematiche di sviluppo economico, energetico, e commerciale in termini glocali. Da una parte, assistiamo a un rinnovato interesse e una rivalutazione dello sviluppo locale; dall’altra, è evidente che i problemi non sono più intra-confini, nazionali e amministrativi, ma hanno un impatto globale. Occorre dunque che si ragioni in termini di progettualità sperimentale, che si considerino cioè contemporaneamente i luoghi che si devono sviluppare e la collaborazione tra diversi soggetti aggregati.
Il progresso economico è profondamente legato alle nuove forme di governance dello sviluppo territoriale. Difficilmente riusciremo a riattivare i corpi intermedi e le comunità locali se non coinvolgendo forme di governance innovative fondate su una logica sussidiaria.
Se a livello macroeconomico disuguaglianza e povertà sono diminuite, non si può dire lo stesso a livello micro. La convergenza tra Stati è cresciuta, ma è aumentato anche il divario economico tra le fasce più povere e ricche della popolazione all’interno di molti Paesi. Le disuguaglianze di ricchezza e reddito sono uno dei temi più urgenti che i Governi dovranno affrontare. Diversi economisti di fama internazionale, tra cui il premio Nobel Ester Duflo, hanno rimarcato la necessità di pensare allo sviluppo in termini di fiducia e inclusività, criticando i modelli top-down e valorizzando quelli bottom-up.
Lo sviluppo tecnologico, in particolare la diffusione dell’intelligenza artificiale (IA), ci ha introdotti nella quarta rivoluzione industriale e, nello stesso tempo, sottolinea il bisogno di accrescere la capacità critica, di fare domande, di adattarsi ai cambiamenti delle persone. Recenti studi hanno enfatizzato l’importanza delle soft skills nell’era dell’IA. C’è una crescente consapevolezza che le competenze non-tecniche (creatività, capacità di relazione, critical thinking, problem solving, etc.) sono fondamentali per questa nuova fase di sviluppo, e che soft-skills e IA sono fattori complementari: lo sviluppo di uno favorisce lo sviluppo dell’altro. Un recente articolo del New York Times ha sottolineato che stiamo passando dall’economia della conoscenza tecnica all’economia delle relazioni. Questo richiede un ripensamento anche della formazione
Questi sono alcuni dei temi più urgenti che desideriamo approfondire, per comprendere le sfide profonde che siamo chiamati ad affrontare e, possibilmente, contribuire alla loro soluzione. Invitiamo chiunque sia interessato a fare con noi questo lavoro.
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