Non lasciamo solo san Benedetto

L'Ue cerca una maggioranza post-voto. Alle sue porte la guerra va avanti. Alla pace sembra pensare in modo realistico solo la Chiesa

Si sono tenute da poco le elezioni per il Parlamento europeo e già si discute su quale maggioranza sarà possibile. Per la verità la discussione ha incominciato a toccare anche i parlamenti di alcuni Paesi, come la Francia, dove non è proprio chiaro se in questo momento rispecchino la volontà popolare. La situazione a volte è di totale confusione, come in Francia, dove una parte dei gollisti pare vada con la Le Pen e una parte della sinistra ha cominciato subito delle manifestazioni – udite, udite – contro i risultati delle elezioni. Cosa vorrebbero proporre costoro? Una forma di televoto o il sorteggio con bussolotti per eleggere i deputati? O forse, memori di quando in Russia, come nella Germania di Hitler, c’era un partito solo, vorrebbero ridurre le libere elezioni alle loro primarie? Meno male che per ora nessuno ha proposto di ripristinare la ghigliottina per i perdenti.

Intanto la vita dell’Europa continua con i suoi problemi, con una guerra in Ucraina che non sembra finire mai, con ricorrenti notizie sull’invio di armamenti, sul loro uso, anche su chi insegna ad usarle, e magari, visto che c’è, una “sparatina” prova a farla anche lui.

Silenzio invece, per ora, quasi totale sull’iniziativa del nunzio apostolico a Kiev, mons. Kulbokas, evidentemente concordata col Santo Padre, per organizzare nella capitale dell’Ucraina in occasione del giorno di san Benedetto patrono d’Europa, l’11 luglio, una manifestazione pacifica a cui sono stati invitati tutti i movimenti cattolici europei.

Oltre a un momento di preghiera ecumenica ci dovrebbe essere la richiesta pubblica dell’Unione Europea di proseguire nell’iter dell’istituzione di corpi civili di pace. È una questione che i lettori del Sussidiario sanno da quanto tempo mi stia a cuore. Insisto che in questo progetto di pace siano coinvolti anche i Paesi dell’Asia Centrale che fossero disponibili. Sarebbe un’azione che in qualche modo riconcilierebbe innanzitutto tra di loro i Paesi dell’ex Unione Sovietica.

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