Cuori, non vetrine

Tutti i libri acquistati. La vetrina vuota della Hoepli di Milano fa riflettere. A volte accade qualcosa, o Qualcuno, che ci lascia nudi, più veri

Ha fatto notizia su tutti i mezzi di comunicazione il misterioso gesto di quel tale che, lo scorso 22 agosto, ha acquistato tutti i libri esposti nella vetrina della Libreria Hoepli di Milano, 200 volumi per un totale di circa 10mila euro. Fatto strano e di difficile interpretazione. Un effetto, però, questo bizzarro acquisto l’ha avuto: ha lasciato improvvisamente nuda la vetrina. Curiose le immagini pubblicate sui giornali. Espositori vuoti, scaffali spogli, si intravede persino la ciabatta delle prese elettriche prima nascosta da chissà quali volumi. E ho pensato subito a quanto capita spesso anche a noi.



Tronfi, pieni di cose, rivestiti di tutto, basta che passi uno che ci porta via tutto, questa volta senza pagare, e restiamo nudi all’improvviso. Il nostro misterioso ladro può avere vari volti: un fatto, una prova, una malattia, un imprevisto, un incontro… fatto sta che rimaniamo spiazzati. Non deve essere stata tanto diversa la sensazione di scribi e farisei al tempo di Gesù, quando si sono sentiti dire: “Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me’” (Mt 15, 7-8).



Aveva fatto centro, quel giovane nazareno, smascherando una vita fatta di formalismi. Vetrine sempre piene con le ultime novità, libri degli ultimi autori in voga, di quelli che contano e fanno opinione, sistemati in modo che l’occhio di chi guarda si diriga su una copertina piuttosto che su un’altra. Tutto studiato, luci comprese, per scalfire la distrazione di chi passa ignaro, immerso nelle sue faccende. Immagine plastica di una vita in esposizione. Ma, a un tratto, non c’è più nulla da mostrare.

Davanti a quell’Uomo non tengono più le loro critiche: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?” (Mt 15,2). Non si può tergiversare con Dio, non ci sono trucchi che tengano, astuzie che ci consentano di condirlo via. Li tratta da uomini, Cristo, come forse a loro non era mai capitato di essere trattati, e li sfida. È il cuore il vero punto di interesse, non la vetrina che, prima o poi, rimarrà vuota. Nel cuore accade ogni cosa che possa avere la pretesa di essere decisiva e, se è “lontano da lui”, diventa il covo di ogni malvagità.



Non si vedono nelle vetrine delle librerie che contano, ma ci sono dei libri – spesso non pensati per essere dei libri – che custodiscono delle pagine dirompenti, in cui si trovano frasi come queste: “L’avvenimento è il tuo avvenimento, è quel tuo modo di essere che si chiama ‘movimento’ o ‘essere nel movimento’. Ma il movimento sussiste nelle singole persone. Vale a dire, l’avvenimento o il movimento – che è lo strumento fisico, il volto fisico dell’avvenimento, la realtà fisica che rende documentabile quella Presenza – sei tu. L’avvenimento è nella persona che si consuma, che si definisce. Il movimento è nella persona che si consuma, che si definisce. Per questo non possiamo più perdere tanto tempo, come ne abbiamo perso, perché non nascono adulti, se non raramente, nel nostro movimento. L’adulto è colui che è capace di creare il movimento lui, perché è un generatore. L’avvenimento sei tu: l’avvenimento è il tuo impatto con quella presenza, dentro il segno fisico che chiamiamo movimento (l’incontro, certe persone). Perciò il movimento sei tu: il movimento è quell’impatto che cambia te, che viene recepito in te, che mobilita te. L’avvenimento, il movimento, sei tu dentro un dato” (Luigi Giussani, Certi di alcune grandi cose, BUR, Milano 2007, pp. 30-31).

Ecco liberata dall’ostaggio del formalismo una delle realtà più soggette a questa gabbia, per scribi e farisei come per noi: l’appartenenza. Ecco sgomberato il campo da ogni gusto per i concetti, per gli slogan, per le parole d’ordine, per i libri che riempiono le vetrine, e tutto è aperto allo spettacolo di sé, in ciò che si è e si fa, fino al vertice, fino alla scoperta della verità di quell’antico motto ascetico francescano: “Nudus, nudum Christum sequi” (Seguire, nudo, il Cristo nudo), per cui nulla occorre nascondere davanti a Colui che ci tratta sempre da uomini liberi.

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