Dal 2018 in poi in Italia sono state chiuse oltre 5mila filiali bancarie: che già oggi sono tornate sotto la soglia delle 20mila. Erano 31mila dieci anni fa. A esse si aggiungono gli uffici di Poste Italiane (poco meno di 13mila), che rimanendo per ora sotto controllo statale hanno subito una razionalizzazione meno drastica e offrono una gamma di servizi finanziari di base. È comunque un trend atteso con l’avvento strutturale di fintech: di fatto il vero banco di prova della digitalizzazione di massa. Un processo seguito al grande consolidamento del settore attraverso ondate di privatizzazioni, fusioni e acquisizioni, che già hanno prodotto sfoltimenti progressivi nelle reti territoriali e negli organici.
I servizi bancari alle famiglie e alle imprese viaggiano da tempo sempre di più online: non solo in pagamenti (anche con la pressione alla riduzione del denaro contante da parte delle politiche pubbliche in funzione anti-evasione), ma anche le operazioni più complesse come la stessa concessione di mutui casa e di altre linee creditizie. Lo stesso segmento della gestione del risparmio è terreno privilegiato per l’avanzata dell’intelligenza artificiale, che mette in discussione il lavoro umano in banca (fra i più classici riconducibili all'”intelligenza naturale”) e sconta invece già integralmente la de-localizzazione/de-immobilizzazione dell’organizzazione bancaria.
Gli effetti collaterali non sono tuttavia solo quelli inevitabili sul piano occupazionale (i bancari italiani sono oggi 260mila contro i 350mila ai debutto dell’euro), ma anche su quello socio-economico. I comuni italiani senza uno sportello bancario sono infatti saliti a 3.300 (mentre quelli privi anche di un ufficio postale sono solo 254). Sembra dunque avanzare una “desertificazione” che in molti casi è sovrapposta alle “zone bianche” con debole infrastrutturazione digitale. E ancora tutte da valutare – soprattutto in epoca post-pandemia – sono le ricadute negative “immateriali” della scomparsa sui territori di interlocutori bancari per un tessuto ancora fittissimo di piccole e medie imprese, dall’artigianato al turismo. È un pezzo ancora importante di Azienda-Italia che certamente lotta per non restare indietro nella digitalizzazione traguardata come obiettivo principale del Pnrr; ma che non può essere privata di servizi bancari che il sistema italiano certamente ha ancora competenze per dare. Il risultato finale sarebbe quello di distruggere Pil su vari versanti: quello della manifattura, ma anche quello di un settore bancario ancora forte nel suo radicamento capillare di mercato.
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