Si parla delle aggressioni nei confronti del personale sanitario e verso le forze dell’ordine stamane negli studi di Uno Mattina. In collegamento vi era Gianfilippo Renzi, primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Mazzoni” di Ascoli Piceno, che vive quindi in prima linea questo triste fenomeno di violenza: “Il fenomeno è molto preoccupante – racconta parlando con Massimiliano Ossini in diretta su Rai Uno – siamo passati da 500 casi dall’Inail nel 2005 a 1.500 nell’anno 2022 e più di 1.600 nel 2023. C’è stato un decremento nell’anno della pandemia determinato da un minor accesso verso ospedali e pronto soccorsi poi i numeri sono aumentati”.



Quindi Renzi ha proseguito: “Nel 2018, 2019 viaggiavamo a 2.000 casi all’anno, si tratta di numeri comunque sottostimati visto che non tutti i sanitari denunciano mentre questi sono i dati Inail”. Ovviamente tale situazione pregiudica il buon svolgimento del lavoro: “A volte il personale sanitario ha paura – ha aggiunto il medico – c’è l’assenteismo, reazioni post traumatico da stress, perdita di amore verso il lavoro o la perdita del senso di appartenenza anche le dimissioni”.



AGGRESSIONI A PERSONALE SANITARIO E FORZE DELL’ORDINE: “OGNI GIORNO 8 AGENTI AGGREDITI”

In collegamento anche Stefano Paoloni, sindacalista e Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia SAP, che si è invece soffermato sulle aggressioni al personale delle forze dell’ordine: “Quello delle aggressioni è un fenomeno che riguarda anche le forze dell’ordine, subiamo 8 aggressioni al giorno, un fenomeno che non si arresta, crediamo che sia opportuno discuterne per trovare forme che ci consentono di tutelarci, sono servizi per la cittadinanza ed è fondamentale avere norme per svolgere questa importante funzione pubblica”.



“Serve una cultura di rispetto – ha proseguito Paoloni – verso chi svolge una funzione pubblica, norme adeguate e la tecnologia può avvenire incontro, ad esempio le body cam utili per forze dell’ordine e personale sanitario per certificare quanto accaduto, ci sono studi che quando si ha la consapevolezza di essere riprese l’uso della forza cala, quindi è un ottimo strumento di deterrenza”.