Il Centro studi Censis ha presentato un rapporto condotto per studiare le abitudini degli italiani in merito all’informazione digitale dal titolo “Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell’informazione alla prova dell’Intelligenza Artificiale“. I risultati emersi non sono molto confortanti, hanno mostrato infatti che c’è una larga fetta di cittadini che non riesce a distinguere una notizia vera da una bufala. C’è molta disinformazione, soprattutto sul web e su temi sensibili come ad esempio il negazionismo scientifico che progressivamente ha preso sempre più piede a partire dall’inizio della pandemia.
Secondo i dati infatti, almeno il 29,5% degli italiani nega l’esistenza delle bufale, ciò significa che non è in possesso degli strumenti e delle capacità adatte a capire quali informazioni sono attendibili e quali no. Tuttavia resta una maggioranza, del 76,5%, che ha palesemente timore di non riuscire a selezionare le notizie false, perchè sostiene che queste siano sempre più costruite in modo da poter essere scambiate per vere. Mentre il 20,2% è consapevole di non avere conoscenze adeguate per scoprire le fake news.
Rapporto Censis: “Il 30% degli italiani non distingue notizie false da quelle vere”
In merito all’intelligenza artificiale, gli italiani secondo il rapporto Censis, si sono espressi in maggioranza con opinioni favorevoli, il 58,9% sostiene infatti che questo strumento possa in futuro risultare sempre più utile per i professionisti e per il lavoro. Anche su questo argomento il legame con le notizie false però desta molti timori. Il 75,1% ha dichiarato che l’AI porterà prossimamente ancora più rischio per il mondo dell’informazione e della comunicazione, proprio perchè la precisione degli algoritmi potrà rendere sempre più difficile reputare attendibili i fatti descritti nelle notizie.
Per quanto riguarda la disinformazione, il rapporto mostra che ad essere vittima delle bufale è soprattutto la parte della popolazione con meno grado di istruzione e con età più avanzata. Tra i temi di attualità più sfruttati c’è principalmente il negazionismo sul clima, con una percentuale del 34,7% degli italiani, che è convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul cambiamento climatico.