Correva l’anno 2014, o meglio, era appena scattato dai blocchi di partenza, e la Lettonia conquistava subito la ribalta, adottando l’euro come moneta corrente. Una tal notizia poteva mai sfuggire ai nostri radar? Che dite? Impossibile? E invece… ci è sfuggita. A sfuggirci era il motivo. Avevamo anche provato un giorno a chiederlo a un nostro caro amico argentino, il signor Simmenthal, che ci aveva risposto così: “Voi mi chiedete se è stato possibile ‘bucare’ la notizia della Lettonia che adottava l’euro? Vacca, se è possibile!”. “Oh porca vacca!” – ci eravamo detti tra noi, e poi, di vaccata in vaccata, non avevamo potuto fare altro che concentrare l’attenzione sul mestiere dell’anno. Quale? Beh, per non mandare vieppiù in vacca la nostra reputazione avevamo deciso all’unanimità che non poteva non essere che il lavoro del mandriano.
La Lettonia, comunque, ci era rimasta nella coda dell’occhio, specie quando si era sparsa lo notizia che il Kazakistan volesse cambiare nome. Da quel momento, apriti cielo! Si era scatenata una vera corsa alle nuove denominazioni: la Lettonia aveva addirittura lanciato un referendum internazionale promosso da una nota azienda di materassi, mentre sull’onda del politically correct la Repubblica Ceca aveva inoltrato all’Onu la richiesta, poi respinta, di poter diventare la “Repubblica ipovedente”…
Robe da cani, non è vero? Nessun problema, però, perché già nel 2014 i nostri amici a 4 zampe vivevano stabilmente tra noi, ci erano diventati così familiari che molti avevano preso l’abitudine di intrattenere con loro dei veri e propri discorsi. Esageriamo? Nient’affatto? Proprio nel 2014 usciva il primo dizionario cane-italiano, in perfetto stile bauesco, dove il dittongo bau (evidenziato in grassetto) la faceva (è il caso di dirlo) da padrone. Qualche esempio?
Pippo Baudo? = Fido, vuoi che guardiamo la tv insieme?
Beckenbauer! = Fido, stasera fai il bravo perché voglio vedere in santa pace la partita di calcio tra Italia e Germania!
Baubab! = Fido, dài, usciamo a far pipì vicino a quel grosso albero che ti piace tanto!
Restando in tema vocabolari, in occasione del Vinitaly, un evento che non è mai stato un fiasco, avevamo addirittura scomodato l’Accademia della Cru e le sue inebrianti definizioni enologiche. Solo quattro piccoli sorsi (il resto, potete berlo tutto d’un fiato cliccando qui):
Barrique. Fustique piccolique di roverique francesique da 225 litrique.
Nebbiolo. Il vino più bevuto in Val Padana. In certe sere di novembre diventa introvabile.
Verdicchio. Il vino che piace a Hulk.
Verduzzo. Il vino che piace a Hulk se non trova il Verdicchio. I guai cominciano se non riesce a trovare né l’uno né l’altro: di solito arriva a sfasciare l’intera enoteca.
Arrivati a giugno 2014, non potevamo non occuparci dei Mondiali di calcio, che quell’anno si disputavano in Brasile. Facendo bella mostra di grande erudizione pedatoria ci eravamo così lanciati in una storia del torneo iridato che partiva addirittura dal Paradiso terrestre, quando la partita decisiva fra Adamo ed Eva si giocò tutta fra… melina e serpentine!
A tenere banco a settembre era stato il referendum della Scozia, che voleva separarsi dall’Inghilterra (in realtà, ci prova senza successo dai tempi di Braveheart…). La “doccia scozzese” non aveva però fermato gli altri spiriti secessionisti in giro per il mondo, Italia compresa: in Liguria, per esempio, gli abitanti di La avrebbero voluto separarsi da Spezia, pur di non sentirsi più chiamare dagli spezzini sprezzantemente quelli La”, quasi fossero solo dei testardi zucconi.
A proposito di zucche, non si poteva non (s)parlare di Halloween, che per noi – fedeli all’ortodossia di Santa Romana Chiesa – non consideriamo una festa che ha a che fare con la nostra tradizione. E non essendo zucche vuote, proponevamo ben altre feste fuori di zucca.
Anche in quel tratto finale del 2014 al centro dell’agenda politica figurava il tema della riforma delle pensioni e la visione del film “Rada” (vi si narrano le vicende dell’unica casa di riposo per marinai che si conosca, in quel di Camogli) ci apriva gli occhi su una categoria che non poteva certo contare su un mare di contributi previdenziali: i velisti.
Intanto si avvicinava a grandi passi il nuovo anno, che per l’oroscopo cinese sarebbe stato ancora bestiale. Noi lo salutavamo in anticipo, consigliando vivamente ai nostri lettori un lavoro adatto all’uopo. Spazio, dunque, agli zoologi e… arrivederci al 2015. Cioè, a settimana prossima!
(4- continua)
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