Chiara ha 100 anni. Chiara Lubich è presente anche oggi, e in tutto il mondo. E la famiglia che lei ha creato, uno dei movimenti più vitali e fedeli nella Chiesa, vive e si accresce di incontri, vocazioni, opere.
Un anniversario allora diventa occasione per un invito alla fraternità, alla comunione, vissuto in prima persona da questa donna coraggiosa e tenace in mille viaggi in ogni parte del mondo, senza lasciarsi fermare da nessuna differenza tra gli uomini, convinta della figliolanza comune di tutti dal Padre.
Cent’anni, un’era fa. Nel 1920 nasce Giovanni Paolo II, e non è un caso essere coetanei. Nati e cresciuti in una realtà lacerata dal dolore della guerra. Protesi nel mondo, aperti al mondo. Santi, non santini, e personaggi storici. In una storia del cristianesimo del XX secolo Chiara, unica donna, spicca per il carisma dell’amicizia, per la capacità di comunicare passione. Fuoco, e non a caso il Focolare brucia, più che custodire e coccolare pochi fortunati. Un fuoco che contagiò protagonisti dell’ecumenismo, dal patriarca Atenagora a Bartolomeo, al primate d’Inghilterra, ai maestri sufi e del buddismo e dell’induismo.
Chiara è personaggio di grandi visioni e passioni, spese per un ideale politico, quello dell’unità, almeno dei cristiani (non un partito); per un ideale di economia, che lei abbina alla specificazione “di comunione”. Senza utopie, perché le aziende che seguono l’economia di comunione sono migliaia nel mondo. Un ideale di dedizione alla Chiesa, al Gesù abbandonato che evidenzia le domande più drammatiche e più alte dell’uomo.
Le celebrazioni rischiano di edulcorare, di ridurre, di scivolare nell’enfasi opportunistica. La Chiesa ha bisogno invece di incontrare i santi, nella quotidianità, loro e nostra. Ha bisogno di testimoni che mostrino che Dio non è indifferente, che Dio cambia e cambia in meglio la vita. Il soffio dei Movimenti nella Chiesa ha ancora da rivelare al cuore dell’uomo, che nei suoi bisogni è universale ed eterno.