TORRI GEMELLE-PENTAGONO: CHE COSA SUCCESSE 20 ANNI FA

Sono passati 20 anni esatti dai 4 attentati che l’11 settembre 2001 sconvolsero gli Stati Uniti d’America e, in generale, l’intero Occidente: la stretta attualità fatta di ritorno al regime dei talebani in Afghanistan si interseca con i rimandi della storia. 20 anni fa cominciava la “guerra al terrorismo” e l’invasione del Paese mediorientale dove Al Qaeda e Bin Laden pianificarono – difesi dai talebani – l’attacco al ventre dell’Occidente.



4 aerei di linea della United Airlines e American Airlines vennero dirottati da 19 attentatori islamisti di Al Qaeda la mattina dell’11 settembre: i primi due si schiantarono contro le Torri Gemelle a New York ()che crollarono 1 ora e 42 minuti dopo), un terzo venne fatto piombare sul Pentagono (sede della Difesa americana, ndr) nella contea di Arlington in Virginia, un quarto invece era diretto contro la capitale Washington (molto probabilmente la Casa Bianca) ma si schiantò in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania, a seguito di una eroica rivolta dei passeggeri del volo American Airlines 77. Una tragedia immane che provocò complessivamente 2.977 morti (più i 19 dirottatori), con 6mila feriti e conseguenze tra malattie e traumi che continuano fino ai giorni nostri. L’11 settembre è il “faro nero” nella storia dell’umanità post-bellica e festeggiarlo quando da soli pochi giorni i talebani e gli islamisti si sono ripresi l’Afghanistan è una delle notizie peggiori che l’America e l’Occidente potesse “ricevere”.



LA SPERANZA DOPO L’11 SETTEMBRE 2001: IL COMMENTO

Alle ore 8.46 cinque fondamentalisti terroristi fecero schiantare il volo American Airlines 11 sulla facciata nord della Torre Nord del World Trade Center; alle 9.03 invece fu la volta del volo UA175 contro la Torre Sud. Crollarono poco dopo nelle immagini che chiunque minimamente cosciente in quel 11 settembre 2001, non dimenticherà mai: si è detto e si è scritto di tutto sulla tragedia degli attentati Usa, alcuni ancora battono la strada del complotto occidentale contro se stesso. Fandonie, totali: la verità è che la strage di civili inermi non ha colpito solo un popolo, quello americano, ma un mondo intero che dopo la Seconda Guerra Mondiale si è identificato con quel “tipo” di libertà. C’è però un altro tipo di libertà – anzi, di verità – che è l’unica ad essere rimasta in piedi dopo il crollo di un mondo intero assieme a quelle Twin Towers (oggi Ground Zero, sede di commemorazioni e memoriali struggenti): ci mise solo 24 ore a identificarla e comunicarla al mondo Papa Giovanni Paolo II, convinto che la storia alla fine gli avrebbe dato “ragione”. Parlare di speranza, di vita dopo quanto successo a New York sembrava da pazzi quel 12 settembre 2001 nell’Udienza Generale in Vaticano: e invece, se ancora oggi siamo qui a vedere quelle scene di disperazione all’aeroporto di Kabul per il ritiro degli occidentali, davanti all’avanzata del regime islamista, significa che il cuore umano sa riconoscere dove può essere libero, e dove no. Libertà americana? No, qualcosa di più radicale e al tempo stesso più umano: ecco qui di seguito le parole di San Karol Wojtyla, cui non aggiungeremo nient’altro.



«Ieri è stato un giorno buio nella storia dell’umanità, un terribile affronto alla dignità dell’uomo. Appena appresa la notizia, ho seguito con intensa partecipazione l’evolversi della situazione, elevando al Signore la mia accorata preghiera. Come possono verificarsi episodi di così selvaggia efferatezza? Il cuore dell’uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di inaudita ferocia, capaci in un attimo di sconvolgere la vita serena e operosa di un popolo. Ma la fede ci viene incontro in questi momenti in cui ogni commento appare inadeguato. La parola di Cristo è la sola che possa dare una risposta agli interrogativi che si agitano nel nostro animo. Se anche la forza delle tenebre sembra prevalere, il credente sa che il male e la morte non hanno l’ultima parola. Qui poggia la speranza cristiana; qui si alimenta, in questo momento, la nostra orante fiducia».