11 SETTEMBRE 2001, GLI ATTENTATI CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA

Un anno dopo l’inizio del nuovo millennio tutto è cambiato. Era l’11 settembre 2001, giorno degli attentati dopo i quali niente è stato più come prima. A New York non erano ancora le 9 del mattino quando è cominciato un incubo che ha travolto il mondo intero. Un aereo di linea ha sorvolato Manhattan a bassissima quota, attirando su di sé gli sguardi incuriositi e preoccupati dei passati. Qualche secondo dopo l’orrore: l’aereo si è schiantato sulla torre nord delle Torri Gemelle, le Twins Towers del del World Trade Center, quei grattacieli che svettavano a oltre 400 metri nello skyline. Il panico, la fuga e le edizioni straordinarie dei telegiornali di tutto il mondo. Nel giro di venti minuti, però, un altro aereo dirottato arriva a colpire la torre sud, poi entrambe collasseranno soffocando la Grande Mela in una nuvola di fumo. Sono solo due dei quattro attentati terroristici che hanno colpito gli Stati Uniti d’America l’11 settembre 2001.



Insieme a quel fumo si propagano sgomento e terrore, che aumentano quando divampa un incendio a Washington e il Pentagono viene fatto evacuare. Era il terzo aereo dirottato. Il quarto invece precipita in una zona disabitata grazie all’intervento di alcuni passeggeri che si sono immolati per evitare un’altra strage a Capitol Hill. I numeri ufficiali riportato 2.606 morti nei crolli delle Torri Gemelle a New York, più i 246 passeggeri dei quattro aerei (inclusi gli equipaggi); 125 nell’incendio del Pentagono. Quindi, il bilancio complessivo degli attentati dell’11 settembre 2001 è di 2.977 vittime, con l’aggiunta dei 19 attentatori divisi fra i quattro aerei. Ma pagarono un prezzo altissimo anche i soccorritori intervenuti a New York, in particolare tra i vigili del fuoco del New York City Fire Department: 343 pompieri caduti per salvare i concittadini.



ATTENTATI 11 SETTEMBRE 2001: LA FINE DELLE ILLUSIONI DELL’OCCIDENTE

Gli Stati Uniti non subivano un attacco sul loro suolo dai tempi di Pearl Harbor. Quegli attentati nell’immaginario collettivo vengono rappresentati come uno unico dell’11 settembre 2001 perché sono coordinati contro gli Stati Uniti, sotto la regia dell’organizzazione terroristica Al Qaida, per colpire quasi in contemporanea e piegare gli americani. La mente è Osama Bin Laden, fondamentalista saudita, diventato famoso negli anni della guerra contro l’Unione sovietica in Afghanistan e tra i nemici pubblici Usa. Il motivo è il coinvolgimento degli Usa nei conflitti contro i musulmani e il sostegno a Israele. La scelta degli obiettivi non è casuale, anzi hanno un valore simbolico significativo.



Il Pentagono è il centro del potere militare, Capitol Hill ospita il Congresso, quindi il potere legislativo, mentre le Torri Gemelle ospitate dal World Trade Center rappresentavano il potere economico, in quanto complesso finanziario di New York. Inevitabilmente tutto è cambiato: le nostre convinzioni del Novecento si sono infrante, facendo scoprire che il “nostro mondo libero” non solo era osteggiato, ma odiato. Le convinzioni su globalizzazione e multiculturalismo hanno cominciato a vacillare. L’Occidente ha scoperto di avere nemici, ma soprattutto di essere vulnerabile. Quella paura non è mai svanita, perché poi anche l’Europa è diventata bersaglio del terrore, allargando il solco tra l’Occidente e il fondamentalismo.