Era forse inevitabile che attorno ad un evento spartiacque come quello degli attacchi dell’11 settembre 2001 sorgessero molteplici teorie del complotto. Per comprendere la proporzione del fenomeno basta dire che oggi, alle voce “teorie del complotto 11 settembre” sono collegati su Google oltre 8 milioni di link. A dire il vero già dalle ore immediatamente successive al World Trade Center un ingegnere informatico americano seminò su un forum il dubbio che i grattacieli fossero crollati non, come stabilito dagli esperti, per effetto dell’incendio scoppiato all’interno degli edifici, bensì come risultato di una detonazione controllata. Ad alimentare questa versione, il fatto che in molti video si potessero osservare dalle Torri “sbuffi” di fumo simili agli “squibs” visibili durante le demolizioni controllate. Quella dell’esplosione controllata non è stata ovviamente l’unica teoria del complotto circolata rispetto agli attacchi di vent’anni fa. Molti cospirazionisti si concentrarono infatti sui mandanti degli attentati, negando che fossero opera di Al Qaida e di Osama bin Laden. Molto più probabile, a dir loro, che gli attacchi fossero stati orchestrati dal “deep State” americano, lo Stato profondo USA, all’epoca alle direttive di George W. Bush.



11 SETTEMBRE, LE TEORIE DEL COMPLOTTO

Secondo i teorici del complotto, alla base di questa strategia “kamikaze” da parte degli USA vi sarebbe stata la volontà di scioccare il popolo americano e mondiale, così da giustificare la richiesta di una riduzione delle libertà civili e procedere all’insediamento di un governo autoritario su scala mondiale. Un copione molto simile a quello diffuso dalle teorie del complotto che negano l’esistenza della pandemia o la sua nascita “spontanea”. A sostegno delle loro tesi, i complottisti portarono come elementi alcune discrepanze nei racconti dei media, citando ad esempio il racconto della corrispondente BBC, Jane Stanley, che raccontò la caduta della torre prima che ciò accadde. Su questa falsariga vengono citati anche report della Reuters e della CNN: e a nulla sono valse le smentite dei media. Anche l’attacco al Pentagono fu oggetto di rivisitazioni. Secondo alcune popolari teorie del complotto, a schiantarsi sul simbolo della potenza militare americana non fu un aereo passeggeri come raccontato, bensì missili americani. Il Boeing 757, infatti, secondo i complottisti era troppo piccolo rispetto al foro lasciato deall’esplosione. Peccato che gli esperti abbiano successivamente confermato che corrispondesse proprio all’ala del velivolo. Altra teoria del complotto è quella riguardante il volo 93 della United Airlines: esso si schiantò su un terreno vuoto in Pennsyvania non come effetto del sacrificio dei passeggeri che si ribellarono ai terroristi, ma poiché abbattuto da un jet d’affari in volo su un vicino aeroporto.



11 SETTEMBRE 2001: “EBREI SALVI PERCHÉ AVVISATI PRIMA”

Chiudiamo con un’altra delle più popolari teorie del complotto riguardante l’11 settembre 2001, secondo cui i 4mila lavoratori ebrei in servizio al World Trade Center si sarebbero salvati poiché avvisati in anticipo degli attacchi. La tesi è che il governo isralieano abbia architettato gli attentati in combutta con il governo americano così da avere un motivo per attaccare i suoi nemici in Medio Oriente. Altri citano invece le fantomatiche elite ebraiche che nell’ombra tirano le fila del mondo. In realtà questa teoria del complotto poggia su dati completamente falsi. Delle 2.071 vittime al World Trade Center, infatti, 119 sono state accertate come ebree e 72 altre lo sarebbero presumibilmente. Come riportato da Conspiracy Files, un documentario BBC, gli ebrei rappresenterebbero il 9,2% delle vittime: un dato coerenete con la percentuale del 9,7% di ebrei residenti nella Grande Mela. Secondo diverse stime, a perdere la vita negli attacchi dell’11 settembre 2001 sono stati in tutto fino a 400 ebrei.

Leggi anche

DALL'UCRAINA A GAZA/ Sapelli: le monarchie del Golfo saranno decisive nelle due guerre