1200 sanitari no vax della Regione Toscana hanno presentato ricorso al Tar, con il pronunciamento del tribunale amministrativo regionale in programma il prossimo 6 settembre. Si tratta soprattutto di infermieri e oss, più che di medici, contro cui i vertici regionali hanno deciso di muovere i primi passi, senza attendere il verdetto sopra menzionato; infatti, sin dalla prossima settimana saranno notificati i primi atti di accertamento all’inadempimento dell’obbligo vaccinale. Al momento, si stima siano grossomodo 7.000 sul territorio toscano i sanitari che non si sono ancora sottoposti alla vaccinazione contro il Coronavirus, obbligatoria per la loro categoria, come decretato da apposita legge nazionale.



Come rileva “Quotidiano Nazionale”, la Cgil ha sollevato il problema della mancanza di personale in corsia: “Non ci è ancora chiaro quali profili professionali siano maggiormente coinvolti, non abbiamo le liste per questione di privacy – ha affermato il delegato Cgil nella Rsu dell’Asl Toscana centro, Simone Baldacci –. Tuttavia, se venissero sospesi infermieri da un giorno all’altro, come molte regioni hanno già fatto, si rischierebbe la chiusura di tanti servizi. La sospensione è giusta, ma dev’essere accompagnata dalle dovute assunzioni a sostituzione”.



TOSCANA, 1200 SANITARI NO VAX RICORRONO AL TAR: L’ORDINE DEGLI INFERMIERI DI FIRENZE E PISTOIA TENTA UNA CAMPAGNA DI CONVINCIMENTO

Un argomento spinoso e delicato, sul quale ha espresso il proprio punto di vista anche l’assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini, sempre ai microfoni di QN: “Proprio per evitare di arrivare a conseguenze estreme, è fondamentale intervenire subito nel rispetto della legge. Gli ordini sospendono il professionista dall’esercizio dell’attività, ma i datori di lavoro, che siano pubblici o privati, devono applicare la sospensione senza stipendio fino alla fine dell’anno, oppure spostare il lavoratore in servizi lontano dall’assistenza”.



Gli ordini degli infermieri stanno provando la strada di una campagna personalizzata, chiamando a raccolta uno a uno i singoli professionisti, anche se i risultati, sinora, non sembrano essere così lusinghieri: “C’è uno zoccolo duro che probabilmente non riusciremo a convincere, su ragioni ideologiche si contesta l’obbligatorietà del trattamento sanitario”, ha chiarito Danilo Massai, presidente dell’ordine degli infermieri di Firenze e Pistoia.