Ha suscitato scandalo nelle scorse ore la notizia di cronaca inerente alla 13enne di Firenze picchiata, anzi aggredita da un gruppo di suoi coetanei, con una violenza inaudita e con una cattiveria ingiustificata, con tanto di riprese video effettuate e di filmato fatto circolare sui social network e persino sull’applicazione di messaggistica istantanea WhatsApp. La cosa che più terrorizza di tutto questo è che il branco sia composto da giovani che frequentano la terza media o il primo anno della scuola secondaria di secondo grado.



Dopo il grave accaduto, la vittima è ovviamente sotto choc e sta realmente faticando a fare ritorno alla vita spensierata che conduceva prima del vile pestaggio e che deve competere a un’adolescente che muove i suoi primi passi verso un mondo più adulto rispetto a quello conosciuto fino a quel momento. Comprensibilmente la giovane teme che quanto è successo possa verificarsi di nuovo e si rifiuta di fare ritorno a scuola e non soltanto per le percosse subite, ma anche per la paura di essere derisa dai suoi compagni di classe. La 13enne ha bisogno di affetto sincero e di solidarietà disinteressata, perché, come dice il padre a “La Stampa”, “non è lei che si deve vergognare”.



13ENNE FIRENZE PICCHIATA E FILMATA: SETTE GIORNI DI PROGNOSI PER LEI

Dopo essere stata selvaggiamente picchiata, la 13enne di Firenze ha dovuto fare ricorso alle cure mediche dei sanitari del pronto soccorso, rimediando una prognosi di sette giorni: un periodo di tempo breve, per fortuna, ma che, perlomeno da un punto di vista meramente psicologico, non può essere ritenuto sufficiente a cancellare dalla memoria il trauma di un episodio che non si sarebbe mai dovuto verificare. Per gli aggressori, tutti minorenni, è scattata la denuncia, anche perché i loro volti erano facilmente riconoscibili nel video pubblicato in rete. A “La Stampa” il papà della ragazzina ha riferito: “Domani (oggi, ndr) mia figlia dovrebbe tornare a scuola, ma io non mi fido a mandarla. E lei continua ad avere paura. Tutto questo è assurdo. Non voglio nulla, solo che lei possa tornare in classe, finire la terza media e che episodi del genere non si verifichino più”. Sara Funaro, assessore al Welfare del Comune di Firenze, ha commentato: “Questo grave episodio ci deve far riflettere su cosa sta accadendo ai nostri giovani. Dobbiamo stare al loro fianco e lavorare per contrastare questi episodi”.

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