Lucas, studente 13enne, si è suicidato a causa del bullismo lo scorso 7 gennaio, dopo essere stato preso di mira da un gruppo di giovani per mesi e mesi, tra scherzi e insulti omofobi. “France Info” ha interpellato sulla vicenda il giudice Hugo Martinez, a sua volta in passato vittima di bullismo per una dozzina di anni e oggi presidente dell’associazione “Hugo!”, che dal 2018 aiuta i giovani a uscire da queste situazioni. “C’è un vero lavoro interfunzionale e coordinato che deve essere messo in atto – ha esordito –. Questo può essere un percorso di cura affinché il bambino possa ricostruirsi, ricostruire la sua autostima, la sua fiducia in se stesso. E poi c’è il problema con i bulli. Sappiamo che in nove casi su dieci sono i bambini a soffrire tanto quanto fanno del male. Devi capire da dove viene questo malessere”.



Le molestie scolastiche in Francia sono un reato, come stabilito dalla legge del 3 marzo 2022. Martinez ha spiegato: “Il testo è scritto così perché a qualsiasi reato deve essere associata una pena detentiva o una sanzione pecuniaria. Questa è chiamata la scala della condanna. Ora, si tratta di giustizia minorile. Quindi devi ricordare che sarà un processo a porte chiuse. Solo il giudice per i minorenni deciderà la sentenza. Se questi quattro studenti (quelli che, attraverso i loro atti persecutori e di bullismo, hanno indotto il 13enne a togliersi la vita, ndr) non sono recidivi, non andranno in prigione. Ci occuperemo di sanzioni costruttive e riparatrici”.



13ENNE MORTO SUICIDA PER BULLISMO, GIUDICE MARTINEZ: “LA COLPA NON È SOLO DEI MINORI”

A “France Info”, il giudice Martinez ha approfondito quest’ultima tematica, quella delle punizioni costruttive, che potrebbero essere rappresentate da un servizio da svolgere per la comunità, l’avvio di un iter terapeutico per comprendere il motivo per cui si è arrivati a spingere un 13enne al suicidio per mezzo del proprio bullismo. “E, avrei voluto che fosse sancito dalla legge, il giudice minorile può anche imporre allo stalker di seguire un corso di sensibilizzazione sul bullismo a scuola”, ha aggiunto il presidente di “Hugo!”.



Secondo il quale, “anche i genitori in questo modo sono responsabilizzati, perché sono loro a sostenere i costi di questo tirocinio. C’è una responsabilità di tutta la famiglia e non solo del bambino. La colpa di questi episodi è anche delle famiglie”.