Lo scorso 30 settembre, il titolare di un maneggio nel Casertano è stato arrestato con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali su sette ragazze minori, allieve del suo centro ippico. A parlare al quotidiano La Stampa è oggi Paola, insegnante 42enne e madre di una delle vittime di abusi, la quale non riesce ancora a trattenere la rabbia: “Non è facile sapere che tua figlia è stata abusata, aveva 14 anni quando quel mostro l’ha plagiata”, ha commentato. Questo è un caso diverso dal precedente. In questa vicenda l’istruttore-orco è stato condannato a 2 anni e 4 mesi con pena sospesa per atti sessuali con minore. All’epoca dei fatti aveva 39 anni, la bambina appena 14. Aurora (nome di fantasia, ndr), aveva iniziato ad andare a cavallo all’età di 7 anni. Per questo il proprietario del maneggio era diventato quasi uno di famiglia. La scoperta del grande segreto che la sua piccola si portava dentro, però, è arrivata troppo tardi: “me ne faccio una colpa. Io avevo affidato la mia piccola ad un istruttore, non a un “orco”. E di questo non riesco a darmi pace. Avevo fiducia in lui, ero contenta perché faceva sport all’ aria aperta e l’ equitazione è la sua passione. Una sera ho trovato un biglietto sul cruscotto dell’ auto e dà lì mi si è accesa la classica lampadina. Poi ho scoperto tutto”, ha dichiarato.



ABUSI IN MANEGGIO SU 14ENNE: LA RABBIA DELLA MADRE

Da madre, dopo aver scoperto gli abusi a scapito della figlia minorenne da parte del proprietario del maneggio, la reazione è stata fortissima: “Ero una furia, ho portato via mia figlia e il cavallo. Poi ho affrontato la moglie di quell’ uomo”, ha raccontato. Per la bambina è stato un trauma in quanto in un giorno “ha perso la persona di cui pensava di essere innamorata e il suo sport”. Ed anche gli amici, poco dopo, le hanno voltato le spalle. La donna parla di “anni difficili”, durante i quali quell’uomo aveva allontanato la ragazzina da tutti, compresa la sua famiglia, plagiandola ed impedendole di vivere una vita normale. Tuttavia la famiglia si è unita nella battaglia ed insieme hanno deciso di denunciare: “Questi personaggi devono essere radiati”, tuona. La strada però è stata difficile in quanto la minore inizialmente non collaborava, subendo ancora l’influenza dell’uomo: “Le aveva detto di tacere. Il sogno era un futuro di vita insieme in un maneggio. E le aveva promesso di non presentarsi neanche in udienza per non metterla in difficoltà”. Quell’accordo però fu all’improvviso rotto: lui comparve durante l’udienza, la piccola scoppiò in lacrime e da quel momento iniziò a raccontare tutto. Venne così alla luce una storia di ricatti e paura. A fare più male, però, è stata l’assenza di solidarietà nell’ambiente. “Persino gli ex compagni di equitazione di Aurora l’ hanno tagliata fuori, nessuno le ha espresso solidarietà, anzi. Sui social postano messaggi in cui appoggiano l’ istruttore. L’ omertà però va combattuta. Io voglio giustizia. Per mia figlia, per la nostra famiglia e per uno sport migliore”, ha chiosato la donna.

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