Storie Italiane ha trattato il caso di una famiglia di Licata che ha affidato la propria figlia disabile ad una struttura apposita, promettendo loro che la giovane, che all’epoca dei fatti 14enne, potesse recuperare degli sbalzi comportamentali che aveva. I genitori hanno deciso quindi di lasciare la loro figlia a queste persone per poi scoprire che nella struttura succedeva ben altro, una serie di maltrattamenti indicibili: “Lei ne è uscita devastata, adesso mia figlia è grave, ha un disagio gravissimo e ricorda tutto ciò che succedeva nella casa degli errori. Questi ragazzi erano vessati notte e giorno, di notte dovevano restare in casa senza poter andare in bagno”.



Quindi la famiglia ha proseguito: “A mia figlia hanno fatto mangiare i propri escrementi”. L’inviata di Storie Italiane ha parlato anche di vere e proprie torture, con i ragazzi a cui veniva tappata la bocca con lo scotch. Il processo è ancora in corso, sarà ancora lunga prima di arrivare ad una sentenza, e il 19 ottobre c’è stata un’altra udienza dove i carabinieri hanno raccontato ciò che hanno trovato in questa struttura e l’8 novembre ci sarà un’altra udienza.



14AENNE MALTRATTATA: “LE PERSONE SONO ANCORA A PIEDE LIBERO”

Le persone sono ancora a piede libero – ha spiegato il padre della 14enne maltrattata – sono liberi di agire e non hanno avuto nessuna condanna, siamo ancora in attesa che vengano puniti per quello che hanno commesso”.

In studio denunciano: “Queste persone non erano preparate e controllate, quando non ci si sente controllati comincia la crudeltà poi il gruppo diventa sadico scatenando la violenza su queste persone fragili, questo è un grandissimo problema sociale. Il sociale va tutelato. In Italia le leggi ci sono – chiosa l’ospite – ma purtroppo si risparmia sul sociale”. Carla Lombardi, inviata di Storie Italiane sul caso, conclude dicendo: “Questa operazione dei carabinieri si chiama Catene Spezzate perchè hanno trovato un ragazzo legato al letto con le catene, un giovane incatenato al proprio letto, questa è una delle tante cose che facevano all’interno”.