Lascia decisamente di stucco quanto accaduto ad una calciatrice 15enne nera, giocatrice dell’Ancona Respect, presa di mira con insulti a sfondo razziale da un papà. Nata e cresciuta in Italia da genitori nigeriani, domenica scorsa, mentre si trovava al campo, ha sentito delle grida provenire da un genitore di una ragazza della squadra avversaria: «Mangiabanane!». E ancora: «Stai zitta o ti sbianco!». Parole che, come scrive il Corriere della Sera, sono state condannate da entrambe le società di calcio femminile, nonché dal presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. E pensare che la 15enne dell’Ancona Respect non era nemmeno in campo, ma stava semplicemente guardando la partita dalla tribuna. «Mi ero subito accorta di questo genitore che si stava scaldando ed era molto nervoso – ha raccontato ancora la ragazzina al quotidiano di via Solferino – ha iniziato a prendersela con me quando, commentando un’azione, ho chiesto se la palla fosse entrata in gol oppure no. E lui: hai visto male, e speriamo che continui a vedere male. Io l’ho invitato a stare calmo. È stato solo l’inizio».



E ancora: «Il nostro portiere scatta verso la palla ma si scontra con l’altra ragazza in azione nell’area. Lui dalla tribuna urlava come un pazzo chiedendo il rigore. Io l’ho invitato di nuovo a stare calmo ma lui era sempre più aggressivo. Così, a un certo punto, ho deciso di andarmene. È stato lì, mentre mi alzavo, che l’ho sentito». Sentito cosa? «Lui ha detto chiaramente “mangiabanane”. E poi gli altri insulti che non voglio ripetere. Mi sentivo osservata da tutti e mi guardavo intorno in cerca di un aiuto».



15ENNE CALCIATRICE NERA INSULTATA DA PAPA’: “UN ALTRO GENITORE…”

Fortunatamente è intervenuto un altro genitore: «Uno dei genitori è intervenuto immediatamente. Si è arrabbiato moltissimo e lo ha rimproverato ad alta voce: “Ma come si fa a dire queste cose a una bambina”, diceva. E ancora: “Non ti vergogni? Potrebbe essere tua figlia”. Per il resto, non ho avvertito una vera e sincera reazione da parte degli altri presenti. Qualche ghigno e una certa indifferenza, sì. Alcuni si sono indignati solo dopo che ho avuto modo di spiegare cosa era accaduto e cosa mi era stato detto».



La 15enne calciatrice dell’Ancona Respect svela che non è la prima volta che viene presa di mira: «No. Gli insulti sono iniziati a scuola. Dalle elementari in poi. Insulti e minacce. Anche l’atteggiamento delle altre madri, che non tenevano in considerazione la mia e non la invitavano ai ritrovi pomeridiani, mi faceva male. Ho avuto un crollo, una volta, quando avevo dodici anni. Tornando a casa, dissi piangendo a mia madre che volevo morire per rinascere bianca». Quindi ha concluso l’intervista dicendo: «Lo denuncerò sempre, non starò mai zitta, mai».