Un quindicenne è stato spinto sotto un treno da alcuni coetanei alla stazione di Seregno, in provincia di Monza, poiché colpevole di avere inviato alcuni messaggi ad una ragazzina che aveva avuto una relazione con il suo rivale. La spedizione punitiva, come ricostruisce il Il Giorno, è avvenuta mercoledì pomeriggio, dopo la scuola. Il malcapitato, che stava rientrando a casa, è stato prima inseguito da una dozzina di giovani e strattonato affinché desse loro la sua felpa di marca, poi buttato giù nelle rotaie. Dopo avere sbattuto la testa contro la carrozza in arrivo, per fortuna il suo corpo si è bloccato nello spazio tra le ruote e la banchina.



“Me lo potevano ammazzare, e solo per una questione di ragazzine”, ha commentato la mamma, una quarantunenne di origini romene, che ancora non riesce a credere a ciò che è accaduto. “Erano due giorni che mandava messaggi di minacce perché una ragazzina l’aveva lasciato ed era amica da pochi giorni di mio figlio. Quando ieri, all’uscita di scuola, non mi ha chiamata mi sono preoccupata”. Poi l’arrivo dei Carabinieri a casa e la corsa in ospedale. “Quando mi hanno detto cosa era successo, sono svenuta”.



15enne spinto sotto un treno da coetanei: come sta

Il quindicenne spinto sotto un treno da un gruppo di coetanei ha rimediato 10 punti di sutura alla testa, una distorsione e varie contusioni. “Ha perso la memoria per ore. Non riesce a muovere la gamba destra, quella che è stata trascinata dal treno. Non riesce a muoversi. È tutto pieno di lividi e graffi”, ha raccontato ancora la mamma. Adesso continuerà le cure a casa. “Ha una prognosi di due mesi e dovrà rifare la tac”.

I Carabinieri sono intanto riusciti a risalire a due degli autori dell’aggressione. Uno è stato incastrato dalle telecamere, l’altro è stato portato in caserma dalla nonna dopo che attraverso i social network aveva cercato di sviare le indagini. I minorenni, di 14 e 15 anni, si trovano in carcere con l’accusa di tentato omicidio e tentata rapina. “Devo ancora prendere visione degli atti e confrontarmi con loro, ma posso dire che si è trattato di un’azione andata oltre le intenzioni. Non avevano intenzione di spingerlo sotto un treno. Sono loro i primi che vanno a soccorrerlo”, ha replicato l’avvocato assegnato loro d’ufficio, Francesco Cerchia.