Il settore del commercio in Italia sembra attraversare un periodo complesso, con numerosi negozi che sono costretti a chiudere definitivamente le serrande a causa di acquisti che passano sempre più dal web e di consuetudini ormai abbandonate dai consumatori: questa è l’immagine che emerge dall’ultimo rapporto redatto da Infocamere e presentato in anteprima dal Sole 24 Ore nella sua edizione del Lunedì. Il punto di partenza del report, d’altronde, è già sufficiente di per sé a far venire i brividi, certificando che nelle 14 più grandi città italiane il 16% dei negozi ha chiuso nel corso dell’ultimo anno, pari ad oltre 17mila attività che diventano 104mila se si tiene conto dell’intero territorio nazionale.



Complessivamente, nelle grandi città sono state chiuse il 9% delle attività negli ultimi 10 anni – rispetto al 12% su scala nazionale – con ben poche eccezioni: in particolare, il trend positivo interessa solo Napoli, Reggio Calabria e Milano, dove hanno aperto – rispettamente – il 7%, il 5% e il 3% di nuove attività tra il 2013 e il 2023. In fondo alla lista (con il triste primato di negozi che hanno chiuso negli ultimi anni) si trova Bari, con un calo del 22%, preceduta di poco da Roma (-18%) e da Torino che si ferma al 17%; ma seppur con dati leggermente diversi seguono lo stesso andamento anche Palermo, Venezia, Firenze, Bologna, Genova, Messina, Catania e Cagliari.



I settori più colpiti dalla chiusura dei negozi: dalla moda ai mobilifici, pesa l’e-commerce

Ancor più interessante delle nude percentuali su quanti negozi hanno chiuso nel nostro Bel Paese negli ultimi anni, sono i dati relativi alle tipologie di esercizi che non trovano più l’interesse dei consumatori: nel settore della moda – in assoluto il più colpito – hanno chiuso circa 5.500 esercizi in larghissima parte di vendita di abbigliamento (4.300 del totale, il restante vendeva calzature e pellame), preceduto dagli oltre 2.000 mobilifici. Dati, questi ultimi due, che dimostrano come l’impatto del commercio digitale possa determinare il destino di intere attività commerciali, con Federmoda che parla 11 negozi di abbigliamento al giorno chiusi a livello mondiale.



La controparte di questa medaglia è quel 133% in più di grandi centri commerciali che hanno aperto nel corso del 2023, raccogliendo tutte quelle attività che non trovano più la loro ragione d’essere nei centri delle città; un fenomeno particolarmente forte nella Capitale, con un boom dell’85% di centri commerciali, passati da 50 a 92. E tra i negozi più redditizi si confermano le latterie (cresciute del 43%),  le tabaccherie (+6%), le farmacie (+7%), i super e gli iper mercati (+7 e +33%) e soprattutto i discount cresciuti di ben il 95%.