Giuseppe Lenoci è morto su un camioncino che si è schiantato mentre si spostava per uno stage lavorativo in una ditta di termoidraulica. Era minorenne, non era alla guida, naturalmente, il conducente ha sbandato, è finito contro un albero, è stato sbalzato fuori dall’abitacolo ed è in gravi condizioni. Un incidente sulla strada. Trasformato in un’occasione per attaccare il sistema di alternanza scuola-lavoro.



Non è questo il caso, Giuseppe stava facendo uno stage. La sua scuola e il sistema scolastico non hanno alcuna responsabilità. Ovviamente la sicurezza sul posto di lavoro deve essere garantita, sempre e ancor di più se ci sono giovani in formazione, di solito inesperti. Bisognerà capire se l’operaio che guidava il mezzo fosse in stato di alterazione, o troppo stanco. Ma non si può parlare di un incidente nel sistema di alternanza scuola-lavoro. E neppure inveire sulla presenza di studenti nei luoghi di lavoro, fondamentali invece per avviarsi a una professione, per capire che tra teoria e pratica ce ne corre, che i libri servono anche per imparare a fare.



Purtroppo ogni occasione è buona per infiammare le aule delle scuole superiori e cogliere pretesti per fare casino, a prescindere, e il qualunquismo degli adulti, che copre interessi ideologici e politici, fa il suo. Si occupa e si protesta perché ci sono gli scritti alla maturità, mentre si dovrebbe ringraziare per la possibilità di mettersi a scrivere, e imparare a farlo. Si preferirebbe una maturità dimezzata, e regalata? Ci penseranno gli insegnanti a tener conto delle difficoltà di questi anni.

Quanto all’alternanza, intendiamoci: troppo spesso è l’occasione per perdere qualche ora, per facilitare rapporti di amicizia di presidi e professori, qualche volta sarà anche un mascherato sfruttamento di manodopera (difficile: la manodopera serve esperta, a meno che si tratti di spostare pietre o fare fotocopie). È mal fatta, poco applicata, con poca serietà, ma questo non significa che  l’idea e la sua proposta siano sbagliate.



Certo, a fronte dell’abbandono scolastico; delle aule fatiscenti; delle classi pollaio; delle inesistenti misure per garantire la sicurezza sanitaria; dei turnover continui di supplenti; della mancanza di docenti stabili perché non fanno i concorsi; di sistemi di valutazione artificiosi e asettici; di programmi interrotti da inutili autogestioni; di scarsità di dispositivi elettronici; e bagni decenti, e palestre… ci sono altre priorità rispetto all’alternanza scuola-lavoro e su questo gli studenti hanno tutte le ragioni. Ma proprio perché la distrazione di massa è sbagliata, inutile cavalcare temi a sproposito.

Giuseppe poteva morire andando in gita scolastica, o andando con un parente a scuola la mattina. Il caso di Lorenzo, lo ricordiamo bene, è diverso: lui stava lavorando, una putrella l’ha schiacciato. Distinguere e giudicare è esercizio che anche a scuola dovrebbero insegnare. Se chi insegna avesse appreso a sua volta a giudicare, senza bla bla e grida per sparare su tutto e tutti, governo ladro, o per portare acqua al mulino dei propri interessi politici o sindacali.

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