Il terribile caso della 16enne ammazzata dal padre a Torremaggiore, Foggia, trattato stamane in apertura dal programma di Rai Uno, Storie Italiane. Il programma ha parlato con la cognata del killer, Taulant Maja, che ha spiegato: “Il bimbo al momento è tranquillo – ha detto riferendosi all’altro figlio della coppia – non ci sono parole su quanto successo, non ce lo saremmo mai aspettato. Di Jessica (la figlia uccisa ndr), non mi ha parlato mia cognata, lei sta bene, l’ho vista un po’ meglio, e speriamo che possa rimettersi subito perchè la mamma è la mamma. Per noi Jessica era… non ci sono parole per quello che è successo”.



Quindi la cognata ha proseguito: “Lui è un lavoratore, fa due turni per la famiglia, ma non so cosa succedeva in casa, fuori era tutto a posto, lui veniva da noi con la famiglia per le feste, mangiavamo assieme, uscivamo assieme, mai avremmo immaginato. Mia cognata era una sorella ma non mi ha mai detto nulla, l’ho sempre vista come una bella famiglia, non sono dalla parte sua e non lo perdonerò mai, non lo scuserò mai, ha fatto una cosa sbagliata. I suoi figli sono come nostri figli. Mio marito sta male psicologicamente e fisicamente, non ce la fa a stare in piedi”.



16ENNE UCCISA A FOGGIA DAL PADRE, GIORNALISTA: “IL TRADIMENTO ERA UN OSSESSIONE”

Storie Italiane ha parlando anche con la giornalista che ha intervistato la moglie dell’uomo che ha ucciso la figlia 16enne a Foggia, svelando dei presunti abusi sessuali sulla figlia: “Conoscevo da anni la famiglia, ero venuta a conoscenza della notizia tramite lo smartphone ed ha chiesto un’intervista. La donna ha trovato la forza di dire quanto accaduto. L’intervista è stata molto dolorosa essendo una mamma lei stessa”. E ancora: “Il tradimento per lui era diventato un’ossessione. Quella notte lui era a casa a letto insieme alla moglie ed avrebbe parlato con un’altra persona”.



Storie Italiane ha mandato in onda quindi un’altra parte dell’intervista alla cognata del killer: “Di notte ha chiamato e ha detto che aveva ucciso 3 persone, poi dopo cinque minuti è venuto qui il cognato e mi ha detto di prendere il bimbo, aveva le mani sporche di sangue. Quando sono andato a casa sua non c’era la polizia ne l’ambulanza, il piccolo era dietro il divano. Poi piangeva e mi ha abbracciato, ho preso il bimbo e io ho cercato di scherzare, dicendo che stavano giocando visto che lui aveva visto il sangue. Poi il bimbo non ha più parlato, ora comunque è tranquillo e sta bene”.