Una ragazzina di 17 anni che a 13 anni aveva perso capelli, ciglia e sopracciglia dopo essere stata colpita da alopecia, ha potuto dire addio alla parrucca grazie a dei medicinali JAK-inibitori. Nel dettaglio, come riferisce il Corriere della Sera, si tratta del tofacitinib, una molecola che viene somministrata per via orale, e che fa parte appunto della famiglia di farmaci JAK-inibitori, solitamente utilizzati per il trattamento di tumori rari e non solo. In questo caso sono stati somministrati per curare l’alopecia, una malattia di cui soffrono milioni di persone nel mondo, e che recentemente è balzata agli onori della cronaca per il “caso Willy Smith”.



In Italia esiste da anni l’associazione ASAA-Associazione Sostegno Alopecia Areata, che si sta battendo per fare in modo che l’alopecia venga inserita nei LEA, i Livelli essenziali di assistenza, in quanto patologia rara e recidivante, e di modo da poter ottenere per chi ne soffre le esenzioni, anche per poter pagare le parrucche. Nel nostro Paese sono circa 4 milioni le donne che ne soffrono, specialmente dopo la menopausa, ma vi sono anche ragazze ben più giovani, come appunto il caso di Martina, la 17enne che ha iniziato a perdere capelli da quando aveva 13 anni, ma che oggi si può dire guarita.



17ENNE COLPITA DA ALOPECIA, LA MAMMA: “UN TRAUMA”

«È stato un trauma», racconta la mamma ad O.Ma.R: «Questa malattia ha un grande impatto psicologico e relazionale: i ragazzi temono le prese in giro e quindi si isolano, non vogliono più andare a scuola o uscire con gli amici. Mia figlia ha iniziato a utilizzare una parrucca, ma anche così c’erano delle cose che non poteva fare, come andare in piscina o fare un pigiama party con le amiche. In quel periodo era sempre stanca, si addormentava anche in macchina, non si alzava più dal divano».

Ricordiamo che l’alopecia areata non va confusa con la calvizie in quanto la prima è una vera e propria malattia, mentre la seconda è derivante dal progressivo assottigliamento del capello dovuto agli ormoni androgeni, ed è solitamente “causata” dall’età. In questo secondo caso si parla di alopecia androgenetica che colpisce sette uomini su 10 e il 40 per cento delle donne.