Il decreto liquidità ha già preso il via e sono già state avviate le prime erogazioni alle imprese. Come vi abbiamo raccontato, il Governo ha deciso di coinvolgere le Banche per erogare soldi alle Piccole aziende prestiti fino a 25 mila euro con garanzia statale. Purtroppo, però, sono già stati evidenziati i primi problemi con la burocrazia. Il Corriere della Sera riporta l’esempio di un’azienda del centro Italia, che ha chiesto un finanziamento di 15 mila euro: dopo aver inviato la documentazione necessaria per ricevere il denaro, l’azienda ha ricevuto come risposta la richiesta di ulteriore documentazione per accedere il mutuo. Ed il numero di documenti fa scattare l’allarme: 12 adempimenti, che a loro volta implicano altre 7 documentazioni aggiuntive…
DECRETO LIQUIDITA’, L’ALLARME DELLA BUROCRAZIA BANCARIA
Come riporta il Corriere della Sera, la Banca ha chiesto al titolare dell’impresa la copia degli ultimi due bilanci completi di nota integrativa, verbale di approvazione, ricevuta di deposito e dettaglio delle voci «crediti» e «debiti» commerciali e diversi. Successivamente, il bilancio provvisorio al 31 dicembre del 2019, sia sotto forma di stato patrimoniale che di conto economico. Finita qui? Neanche per sogno: la Banca ha chiesto anche Durf, Durc e DM10. Un altro adempimento richiesto è «la situazione aggiornata degli affidamenti in essere con altri istituti creditizi, completa di piani di ammortamento e indicazione di eventuali moratorie già concesse», seguito dal dettaglio dei debiti tributari e documentazione attestante e eventuale concessione da parte dell’Erario di moratorie e rateizzazioni. L’elenco dei documenti ovviamente non termina qui e, come dicevamo, arriva a toccare quota 19 adempimenti, comprese le autocertificazioni da parte dell’imprese. Insomma, alle difficoltà economiche si aggiunge anche la burocrazia: la semplificazione resta un miraggio…