Una 19enne americana avrebbe subito uno stupro in un locale di Milano, rivelando all’amica di essere stata violentata nel bagno della discoteca in cui avevano trascorso la serata. La giovane, che secondo quanto riporta La Nazione sarebbe apparsa sanguinante, sarebbe stata soccorsa da un buttafuori prima di raccontare quanto le sarebbe accaduto. Al momento sarebbero in corso le indagini della Squadra mobile, riferisce Ansa, e gli inquirenti starebbero passando al setaccio le immagini delle telecamere di videosorveglianza per ricostruire la dinamica dei fatti.



La 19enne sarebbe stata condotta in ospedale per gli accertamenti e, secondo quanto ipotizzato, non si escluderebbe che possa essere stata stordita con la cosiddetta “droga dello stupro“. La ragazza non avrebbe fornito dettagli sulla dinamica della presunta aggressione sessuale e per questo le immagini dei filmati interni al locale potrebbero restituire elementi utili al lavoro investigativo scattato dopo la denuncia. Finora, riporta ancora La Nazione, le sequenze analizzate dalla polizia non avrebbero permesso di individuare altre persone all’interno della toilette oltre la 19enne.



19enne americana sanguinante in discoteca: “Violentata in bagno”, il racconto a un’amica e le indagini

La giovane americana di 19 anni sarebbe stata trovata in stato confusionale e sanguinante, spingendo un buttafuori della discoteca milanese ad allertare il 118 e le forze dell’ordine. Prima di essere soccorsa e trasportata in ospedale, secondo quanto ricostruito dal quotidiano La Nazione, la ragazza avrebbe raccontato ad un’amica di essere stata vittima di uno stupro all’interno del bagno del locale. Una versione su cui ora interverranno tutti gli accertamenti necessari, compresa l’analisi delle immagini di videosorveglianza della discoteca. Finora, i video non avrebbero fornito elementi utili a individuare un presunto aggressore.



Delle immagini acquisite, quelle finora analizzate dagli inquirenti mostrerebbero la ragazza entrare in bagno e non vi sarebbe impresso nessun altro ingresso. Gli approfondimenti condotti in ospedale serviranno anche a capire se vi sia la presenza di sostanze quali la cosiddetta “droga dello stupro”. Un’ipotesi che sembrerebbe non esclusa alla luce dei “buchi” nel racconto della presunta vittima che non ricorderebbe molto dell’accaduto.