Secondo un recente studio le specie animali a rischio estinzione in Europa sono più di 2 milioni, di fatto raddoppiando le stime del precedente report simile, che parlava di 1 milione di animali a rischio. Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine per comprendere meglio questo problema ha intervistato Axel Hochkirch, professore di biodiversità della conservazione della natura presso l’Università di Treviri.



La ragione per cui le specie animali a rischio estinzione sono aumentate, spiega Hochkirch, è legato al fatto che “nel 2019 si ipotizzava che il 25% delle specie fosse a rischio per tutti i gruppi, ma solo il 10% per gli insetti” perché in Europa mancavano “ancora molte liste rosse per gli insetti“, che sono state redatte nel mentre ed una volta implementate hanno dimostrato che “la percentuale di specie a rischio non è affatto inferiore per gli insetti rispetto ad altri gruppi”. Tra le cause che hanno portato a questo aumento delle specie animali a rischio estinzione, pone l’accento sull’inquinamento “delle acque dolci, la costruzione di dighe e il raddrizzamento dei corsi d’acqua, l’urbanizzazione”, ma anche “l’uso dei terreni agricoli [e] i cambiamenti in questo ambito”.



Hochkirch: “L’agricoltura è positiva per le specie animali a rischio estinzione”

Soffermandosi sulla questione agricola legata all’aumento delle specie animali a rischio estinzione, Hochkirch sottolinea che il Green Deal europeo “avvantaggia soprattutto i grandi agricoltori” con l’esito che “l’estinzione degli agricoltori e l’estinzione delle specie vanno di pari passo”. Infatti, l’azione dei piccoli agricoltori, a differenza di quanto si pensi, è positiva per gli insetti, perché “molte specie sono adatte all’uso tradizionale dei suoli”.



“Notiamo sempre più spesso”, spiega ancora l’autore dello studio sulle specie animali a rischio estinzione, “che le specie stanno scomparendo perché la terra non viene utilizzata. Ci sono prati molto ricchi di specie, ma si perdono se non vengono più coltivati o se vengono falciati frequentemente”, perché se è vero che l’uso agricolo del suolo è positivo, lo stesso non vale quando è intensivo. Il problema, però, per i piccoli agricoltori che potrebbero ridurre il numero di specie animali a rischio estinzione, sono “i continui cambiamenti delle regole e della burocrazia associata”, sottolineando che “il nostro sistema non è progettato per mantenere la necessaria diversità di metodi di coltivazione”.