Il 20 per cento degli anziani italiani sarebbe vittima di abusi. Il condizionale è d’obbligo, in quanto, purtroppo, non esistono statistiche ufficiali che aiutino a incorniciare e a quantificare il fenomeno, ma di sicuro l’emergenza c’è e va arginata al più presto. Si colloca in questo senso il progetto “Erasmus+ SAVE”, finanziato dall’Ue e che ha riunito cinque Paesi partner (Polonia, Italia, Finlandia, Portogallo e Cipro) nella promozione di pratiche di screening, che dovrebbero portare a individuare queste pratiche sin dai loro esordi.
Come si legge sulle colonne del quotidiano “Il Dubbio” (edizione di sabato 25 febbraio 2023, ndr), per il nostro Paese “hanno partecipato la Cooperativa Ans (Anziani e non solo) di Carpi (Modena) e la Cooperativa sociale Cadiai di Bologna”, che hanno presentato i risultati dell’iniziativa durante il seminario “Fare screening per l’abuso agli anziani”. In particolare, l’obiettivo del progetto è quello di “diffondere la conoscenza e testare la validità degli strumenti utilizzati negli screening; migliorare la capacità dei professionisti socio sanitari di individuare, contrastare, segnalare casi di abuso; realizzare per loro un programma formativo articolato”.
ABUSI SUGLI ANZIANI: IL PROGETTO “ERASMUS+ SAVE” PUNTA A CONTRASTARE IL FENOMENO
L’individuazione degli abusi sugli anziani coinvolge non soltanto gli addetti ai lavori impegnati in contesti residenziali, domiciliari e nelle strutture nosocomiali, ma anche formatori e decisori in ambito socio-sanitario. Ancora “Il Dubbio” chiarisce: “Sulla base del risultato della ricerca, emerge che il vantaggio più rilevante dello screening degli anziani per l’abuso è che non può esserci alcun intervento sull’abuso senza la sua identificazione. Le procedure di screening offrono una metodologia basata sulla ricerca per identificare l’abuso sugli anziani e aiutano anche a documentare i casi in modo sistematico. La diffusione di queste procedure aiuta anche a sensibilizzare gli operatori sociali e sanitari sugli abusi sugli anziani”.
Sulle colonne di “Redattore Sociale”, Stefano Grassi, psicologo di Cadiai, ha detto: “Le conclusioni della sperimentazione hanno mostrato che effettuare screening per le diverse forme di violenza sugli anziani è un lavoro complesso ma praticabile. La violenza psicologica è la forma di violenza più difficile da misurare e osservare, ma, in linea con i risultati della letteratura, è risultata nello screening effettuato la forma più comune di violenza. Occorre quindi proseguire su questa strada per diffondere gli screening e favorire il riconoscimento precoce di tutte le forme di violenza sugli anziani abusati”.