La più recente analisi dell’EuTax Observatory (think tank della Paris School of Economics) ha cercato di indagare sulla quantità di soldi italiani che sono, legittimamente o meno, depositati nei paradisi fiscali esteri. Fondi spesso associati, con effettiva cognizione di causa, all’evasione fiscale, ma che se fossero portati in Italia contribuirebbero in modo sostanziale tanto al Pil, quanto al Fisco.



Secondo il think tank, infatti, nei paradisi fiscali di tutto il mondo sono depositati poco meno di 200 miliardi di euro (per l’esattezza 196,5 miliardi), dei quali la maggior parte, positivamente, è lecita. 181 dei miliardi nei paradisi sono depositati in effetti conti correnti di istituti bancari, spesso offshore, oppure investiti in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, fondi d’investimento e polizze sulla vita), mentre altri 15,1 miliardi sono impiegati per l’acquisto di immobili. Tuttavia, tra i tanti fondi nei paradisi fiscali non è possibile calcolare anche quelli che hanno finanziato l’acquisto di opere d’arte, oro, gioielli, auto, vini, yacht e jet privati, oltre ovviamente all’effettiva entità di fondi illeciti depositati per eludere le tasse.



EuTax Observatory: “Nei paradisi fiscali depositato il 10,6% del Pil italiano”

A livello generale, sottolinea l’EuTax Observatory, i fondi depositati nei paradisi fiscali (almeno considerando solamente quelli tracciabili) sono pari al 10,6% del Pil (il 9,8% considerando solo il patrimonio fiscale, 0,8% per quello immobiliare). In altre parole, con quei soldi si potrebbero finanziare altre otto volte la manovra del governo Meloni, una volta e mezza la spesa sanitaria e quasi quattro volte quella destinata alle scuole.

La maggior parte dei depositi nei paradisi fiscali, spiega in think tank, sono stati fatti tra il 2016 e il 2022, quando si è passati da 74 miliardi a 159, con un aumento pari al 144% in appena 6 anni. Inoltre, di quei miliardi che si trovano all’estero, il 45,5% era stato depositato in Svizzera, mentre il 33,8% esternamente all’Unione europea, il 14,6% in Asia e il restante 6% sul territorio americano. Rimane, invece, impossibile calcolare o stimare quanti fondi siano depositati nei conti di Dubai, da sempre reticente a segnalare gli abusi fiscali e i possibili evasori ai loro rispettivi governi. A livello mondiale, conclude il think tank, nei paradisi fiscali sono depositati un totale di 11 mila miliardi, pari al 12% del Pil globale.