LA TRAGICA STORIA DI PHILIPPOS TSANIS, UCCISO (FORSE) PER UNA SEMPLICE CROCE AL COLLO: IL DRAMMA IN GERMANIA
Un ragazzo 20enne massacrato di botte appena fuori dal ballo della scuola da almeno 10 aggressori di origine islamica è morto negli scorsi giorni a Minden, nel Nord Reno-Westfalia: la notizia data dalla BILD con grande risalto nazionale, è giunta in Italia solo nelle scorse ore dopo che “Libero Quotidiano” ha messo giustamente in fila due fatti finora non smentiti. L’aggressione brutale da un lato, e il fatto che il giovanissimo trovato senza vita – Philippos Tsanis, di origini greco-polacche – indossasse una banalissima croce al collo, come dimostra la foto con la sorella minore scattata proprio la tragica notte del 22 giugno 2024.
La cronaca dei fatti è davvero tristissima: Philippos aveva accompagnato la sorella più piccola al ballo di fine anno della scuola, si era scattato molte foto e aveva condiviso quel momento felice con amici e famiglia: assieme al suo migliore amico poi il ragazzo 20enne attorno all’1,30 ha lasciato al festa presso l’Adiamo Dance Club (nel palazzo imperiale di Bad Oeynhausen) e non è chiaro se fossero diretti a casa o in un altra discoteca. Sta di fatto che si imbattono in un gruppo di circa 10 giovani islamici con i quali immediatamente scatta il litigio per cause ancora non notte, anche se la croce al collo fa pensare ad un alterco nato per motivi “religiosi”: alcuni colpiscono più volte sia Philippos ce l’amico, ma ad avere la peggio è il ragazzo cristiano, trascinato e massacrato più volte finché viene lasciato praticamente mezzo morto mentre gli amici ignari lo stavano aspettando dopo il ballo della scuola. Spirerà qualche ora più tardi in ospedale.
LE GRAVISSIME ACCUSE AI GIOVANI ISLAMICI CHE HANNO MASSACRATO IL 20ENNE CRISTIANO: “FALLITA L’INTEGRAZIONE”
Tra gli aggressori che hanno preso a pugni per diversi minuti il 20enne greco-polacco vi è anche un ex rifugiato siriano, arrestato dalla Polizia poche ore dopo: pare avesse già diversi precedenti tra lesioni e pestaggi e che fosse noto alle autorità. A rendere ancora più beffardo e tragico l’epilogo di vita del povero Philippos è il fatto che la madre fosse particolarmente attiva nell’aiuto ai profughi di guerra: nel marzo 2022 – scrive “Libero” – addirittura aveva guidato un camioncino in Polonia per portare aiuti umanitari agli ucraini in fuga dalla guerra, con lo stesso figlio che aveva aiutato la madre nell’organizzare il viaggio.
«È il fallimento dell’integrazione tedesca: serve l’arresto immediato e la cacciata dell’ex rifugiato assassino», attacca il primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia Hendrik Wüst (CDU-CSU), «la Germania deve migliorare nel deportare delinquenti così assidui e criminali violenti che non sono cittadini tedeschi». Che sia stato menato e ucciso per una croce portata al collo o per un litigio, o ancora per motivi a noi ignoti, resta il dato: un ragazzo giovane, dopo una banalissima festa, viene accerchiato, massacrato e lasciato ormai morto in mezzo alla strada. L’emergenza “immigrazione” è qualcosa di molto più ampio e non solo legato ai pur tanti episodi di violenza tra i rifugiati: di quei 10 aggressori contro il giovane con la croce, infatti solo uno era un ex migrante, ma gli altri? La violenza e la mancanza di pene certe sono il vero problema, misto all’emergenza educativa giovanile ormai piaga purtroppo presente anche nel cuore dell’Occidente.