21 neonati morti in un mese, precisamente quello di settembre 2021, ed entro 28 giorni dalla loro venuta al mondo. Sono numeri tanto drammatici quanto terribili quelli che provengono dalla Scozia, dove è stata avviata un’indagine per fare luce su questa estesa sequela di decessi improvvisi, che hanno contribuito a innalzare il tasso di mortalità neonatale oltre la soglia d’allarme fissata dai vertici sanitari locali. Sebbene si tratti di un tasso variabile mensilmente, non si può non considerare come la cifra di settembre (4,9 morti per 1000 nati vivi) sia identica ai livelli che registrati alla fine degli anni Ottanta.



Come riporta la testata “Herald Scotland“, gli enti che attualmente stanno conducendo le indagini su questo fenomeno hanno evidenziato che “c’è una maggiore probabilità che ci siano fattori precisi che possono aver contribuito a questi eventi luttuosi” e che si sta collaborando con la rete neonatale nazionale e il governo “per capire cosa abbia inciso sulla recente ondata di mortalità infantile” e “per incorporare i risultati nella prevenzione esistente e nel lavoro di miglioramento”.



21 NEONATI MORTI IN SCOZIA: LEGAME CON IL COVID MATERNO?

Le statistiche annuali sui neonati morti pubblicate dal National Records of Scotland mostrano che questo dato è stato in costante declino per decenni, scendendo da una media di 4,7 per 1000 nati vivi nel 1986-1990 a 2,2 per 1000 nel 2016-2020. Non ci sono attualmente dettagli disponibili sulle cause di morte dei bambini spirati nel mese di settembre 2021: secondo quanto riferito da “Herald Scotland”, il fenomeno è stato attribuito in gran parte a un picco fuori stagione del virus respiratorio sinciziale, che può provocare gravi malattie, soprattutto nei neonati e nei bambini piccoli.



Tuttavia, la dottoressa Sarah Stock, esperta in salute materna e fetale all’Università di Edimburgo, ha dichiarato ai microfoni della BBC che il Covid potrebbe aver portato a un aumento delle infezioni nelle madri incinte, determinando parti prematuri. Non è un mistero, infatti, che i dati inerenti alla Scozia abbiano precedentemente evidenziato una minore somministrazione di vaccini anti-Covid nelle donne in dolce attesa. L’esperta ha aggiunto: “Quando le donne incinte hanno il Coronavirus possono diventare gravemente malate e, per proteggere la madre e il bambino, questo può portare a parti pre-termine, che costituiscono il più grande fattore di mortalità neonatale”.