La giovane segregata in casa ad Avellino dai genitori e dai fratelli ha raccontato: “Appena ho compiuto 18 anni mia madre ha preso l’abitudine di legarmi in alcune zone della casa dove poteva controllarmi. La sera mi slegava e mi portava nella sua camera da letto dove mi legava e mi faceva dormire per terra. Per mesi mi trascinava dalla camera da letto alle scale in catena. Così ho trascorso gli ultimi anni della mia vita. L’unica che mi stava vicino era mia sorella, che mi portava del cibo e dell’acqua. Credevo che la mia vita fosse finita”. La giovane ha 21 anni e ha passato gli ultimi 3 anni in casa. (agg. JC)



21ENNE SEGREGATA AD AVELLINO: LA MAMMA HA ACCETTATO IL RITO ABBREVIATO

Da pochi minuti l’udienza preliminare è terminata e la madre della 21enne segregata ad Avellino per anni sta ora tornando in carcere a bordo del cellulare della polizia penitenziaria. Secondo quanto riferito nel corso della trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane”, l’accusataha accettato il rito abbreviato non condizionato, per cui in caso di condanna ci sarà la riduzione di un terzo della pena. Anche il marito della donna è accusato degli stessi reati della moglie, ma non si è visto fuori dal tribunale: probabilmente è uscito da un ingresso secondario. Il processo con ogni probabilità si svolgerà a porte chiuse“.



21ENNE SEGREGATA AD AVELLINO, LA MAMMA HA CONFERMATO LE ACCUSE

A “Storie Italiane” si è tornati a parlare del caso della ragazza 21enne segregata in casa ad Avellino e liberata solo dalla denuncia della sorella maggiore. Oggi si terrà la prima udienza a carico della madre 47enne, presente in aula, mentre non ci saranno le due ragazze. La donna nel corso di un interrogatorio ha raccontato tutto, ha ammesso le sue responsabilità, rivelando di avere coinvolto in qualche modo la sua intera famiglia.

La mamma ha riferito: “Ormai da 3-4 anni la tenevo in catene, perché andava a scuola e non ritornava, arrivava sempre alle 7-8 di sera, finché un giorno scappò. Tutti erano contro di me, ma purtroppo io non sapevo come fare, perché a me non obbediva. Avevo paura che mi scappasse. Non potevo mica alzarmi presto per lei… Arrivai a litigare con mio marito e lo invitai ad andarsene se non gli stava bene, perché la casa era mia! Io ho alzato le mani contro di lui, perché per tanti anni mi ha lasciato sola a crescere i figli. Le catene e le chiavi le ho comprate io, da quando mia figlia è scappata”.



21ENNE SEGREGATA AD AVELLINO, OGGI UDIENZA PRELIMINARE

Prenderà il via quest’oggi il processo a carico della 21enne segregata ad Avellino dalla madre e, come ha riferito l’inviata di “Storie Italiane”, nella prima udienza ci sarà la costituzione delle parti civili e l’avvocato difensore, così come la sua cliente, potranno decidere per un rito abbreviato. La figlia segregata, nei mesi scorsi, ha svelato: “Trascorrevo le giornate legata alla rete del materasso, con le tapparelle abbassate, digiuna e senz’acqua. Incatenata, come una bestia. L’unica che mi è stata vicina è stata mia sorella maggiore, mi portava un po’ d’acqua. Mia madre, invece, non voleva che io bevessi. Appena ho compiuto 18 anni ha preso l’abitudine di legarmi con catene di ferro in alcuni punti della casa, per potermi controllare: sulle scale della cucina, al materasso del suo letto, facendomi dormire per terra. Dopo qualche mese mi lasciò legata in camera da letto e non sono più uscita da quella stanza”.

Anche la sorella maggiore della ragazza 21enne segregata ad Avellino veniva “picchiata e umiliata, rinchiusa in casa per 15 anni. Ho cercato di uccidermi con le pillole di mia nonna, che erano in camera dei miei genitori. Quando lo dissi ai miei, mia madre diceva che ero una donna forte e che sarei sopravvissuta. Non ho mai avuto amici, né un cellulare, per cui non ho mai potuto raccontare a nessuno quello che mi accadeva”.