A Mattino5 si torna sul caso della 21enne segretata in quel di Avellino, precisamente di Aiello del Sabato. La giovane è rimasta legata al letto di casa dal 2018, ma nessuno aveva denunciato nulla, e a riguardo la cugina ha parlato così, in lacrime, ai microfoni del programma di Canale 5: “Come si fa a non accorgersi che una bambina non sta bene, posso fingere ma se non stai bene non stai bene, Le denunce ci sono state – ha proseguito – chi non ha fatto il proprio lavoro sono le istituzioni, se fai il tuo lavoro devi rendertene conto e se non te ne rendi conto in primis entri in quella casa. Se ne possono accorgere quelli che stanno fuori dalla porta…”.
La cugina non avrebbe mai immaginato una cosa del genere: “Non si può immaginare che una madre faccia tutto ciò, perchè portava il nome della suocera? Non so fino a dove può arrivare la cattiveria”. E ancora: “Noi famiglia non possiamo immaginare che zia potesse arrivare a questo ma perchè uno crede e spera che la propria madre, che ti metta al mondo, ti ami e ti proteggi, non ti torturi. Arrabbiata con i miei cugini? lo sono perchè anche loro potevano chiedere aiuto, vuoi o non vuoi, noi li avremmo aiutati se ci avessero dati un minimo di segnale”. Poi ha concluso: “In paese sapevano? Chi lo sapeva ed ora è uscito tutto, qualcosa dentro ti fa…”.
21 SEGREGATA AD AVELLINO, IL RACCONTO DEI CITTADINI
Mattino5 ha parlato anche con alcuni cittadini di Aiello del Sabato per capire se tale vicenda della 21enne segregata fosse nota o meno. “Il padre ha visto, è la cosa più disgustosa”, commenta una donna, mentre un’altra aggiunge: “Nessuno poteva immaginare”, e ancora: “All’uscita di scuola la bimba col braccio rotto si è vista per 40 giorni…”. Altre persone spiegano: “Bisogna capire se ci sono falle oppure no”, “Il paese non va a vedere casa per casa, si ti incontri ma non ti interessa o ci pensi…”, poi una ragazza chiosa: “Questo paese è un po’ così, se sai te lo tieni per te”.
Il programma condotto da Federica Panicucci ha intervistato anche Ivana una donna il cui figlio andava a scuola con la ragazza segregata: “Tutti quelli che avevano i bimbi a scuola in quel periodo sapevano, non delle catene ma sapevamo delle voci. Comunque nessuno ha denunciato perchè sapevamo che si stavano già attivando i servizi sociali. I servizi sociali sono un’istituzione non è la mia voce. Noi non potevamo fare di più”. E ancora: “La nonna mi aveva detto che la ragazza non era la preferita dalla madre, mi aveva detto che prendeva le botte e che la nonna paterna non poteva entrare in casa. La signora arrestata – ha aggiunto – era abilissima a nascondersi, vedendola in strada era una brevissima e bellissima persona”. Ivana ha concluso: “Tornassi indietro agirei diversamente anche se a livello istituzionale servono altre leggi”.
In esclusiva a #Mattino5 parla la cugina della ragazza segregata per anni: "Colpa anche delle istituzioni" pic.twitter.com/kUGraFigfa
— Mattino5 (@mattino5) May 6, 2022