Un ragazzo di soli 24 anni è morto a causa di una trombosi, da cui è stato colpito mentre si trovava chiuso in casa nel periodo del lockdown. Una notizia che fa riflettere in quanto Louis, così si chiamava la vittima, era un allenatore di una squadra di calcio, ovviamente giovane e sportivo. Secondo quanto riportato dal tabloid britannico Daily Mail, durante il periodo di quarantena causa coronavirus, il ragazzo è stato sempre chiuso in casa passando le giornate davanti al computer e giocando ai videogiochi: possibile che tale “immobilità” abbia in qualche modo influito sulle sue condizioni fisiche fino a provocargli la morte? Louis O’Neill è venuto a mancare un mese fa circa, all’inizio di giugno, e il padre Stanely, 56 anni, ha dichiarato: “Quella di mio figlio è una delle tante morti nascoste di questo lockdown”. Per evitare che altri episodi di questo tipo capitino, il genitori della vittima ha dato vita ad una campagna per ricordare l’importanza del movimento e dell’attività fisica, soprattutto per quelle che persone che passano troppe ore della loro giornata sedute, non soltanto per il lavoro.



24ENNE MORTO DI TROMBOSI DOPO ORE AI VIDEOGAME: “DAVANTI AD UNO SCHERMO…”

Qualche sentore era avvenuto giù due settimane prima del decesso, indicativamente attorno alla metà del mese di maggio; il giovane aveva infatti detto ai propri famigliari di non sentirsi troppo bene, ma si pensava ad una intossicazione alimentare. Peccato però che le sue condizioni fisiche, invece di migliorare, siano peggiorate a poco a poco, lamentando anche un dolore alla gamba, fino alla morte avvenuta il 3 di giugno. Il giovane era stato licenziato durante il periodo del lockdown, e per passare le giornate, e nel contempo, dimenticare il triste periodo, si era chiuso nei videogame: “Quando sei davanti allo schermo le ore volano – ha aggiunto il padre – l’ho sperimentato anche su me stesso. Lo avevo spinto a uscire per andare a fare la spesa vendendolo molto giù, ma mai avrei pensato che sarebbe stato colpito da una trombosi. È una patologia che come molti associo alle persone anziane, a qualcosa a cui dobbiamo fare attenzione quando saliamo sugli aerei”. Il padre ha concluso dicendo: “Se qualcuno di noi avesse saputo del rischio avremmo potuto salvarlo, ora continuerò a diffondere questo monito a nome di mio figlio”.

Leggi anche

SPILLO/ Olanda, Italia, Francia: la lunga settimana dell’Europa antisemitaTRA UE E BERLINO/ Le impossibili maggioranze "variabili" di Ursula von der Leyen