TOMBE BIMBI MAI NATE RIMOSSE DAL CIMITERO DI BRESCIA: APERTA L’INDAGINE

Aveva fatto scalpore un anno fa la vicenda delle 2500 tombe di bimbi mai nati rimosse dall’oggi a domani dal Cimitero Monumentale di Brescia (il “Vantiniano’) e oggi viene aperta ufficialmente un’inchiesta della Procura di Brescia atta a ricostruire i fatti di quanto avvenuto negli scorsi mesi. La notizia data dal Giornale di Brescia in esclusiva riporta dell’apertura di un fascicolo di indagine senza al momento indagati ufficiali, con ben tre ipotesi di reato: violazione di sepolcro, vilipendio di tombe e vilipendio di cadavere.



L’estrazione e la rimozione di circa 2500 tombe di bambini mai nati (o vissuti molto poco e morti nei primi giorni di vita) avevano sconvolto parte della città di Brescia, sollevando non poche polemiche contro la giunta del Comune amministrata dal Pd. Ad aver sconvolto le famiglie il fatto che per la maggior parte non vennero neanche avvisate e scoprirono la “novità” solo una volta recatisi al cimitero: nelle prossime settimane il pm di Brescia dovrebbe sentire i dirigenti del Comune, l’assessore competente e l’azienda che ha realizzato i lavori.



LE ACCUSE DELLE FAMIGLIE DEI BIMBI MAI NATI: “TOMBE RIMOSSE, NON LO SAPEVAMO”

Come spiega l’ANSA, le tombe dei bimbi non nati vennero rimosse dal cimitero con un escavatore ma vennero poi trovati frammenti ossi che, stando alle analisi fatte fare dal Comune di Bresca, erano risalenti a diversi anni prima. La richiesta ora partorita da 6 famiglie di quei 2500 piccoli cadaveri, di fatto, è quella di recuperare i resti dei bimbi mai nati esumati dal Vantiniano e inserirli in un ossario. «Illegittimità del procedimento», denunciano sei famiglie tramite il loro studio legale difensivo, “Patricielli-Mingiardi” di Roma, «ci riserviamo di qualificare e quantificare i danni subiti e chiederne il ristoro per equivalente». Come già risposto all’epoca dei fatti nell’ottobre-novembre 2021, il Comune di Brescia spiegò di aver affisso l’avviso di rimozione sull’albo pretorio del cimitero monumentale mentre le famiglie contestano la ben scarsa visibilità.



Per il legale Francesco Mingiardi, resta quanto meno anomalo che in soli 19 giorni siano state eseguite 2.418 esumazioni di tombe: eccede di oltre dieci volte il fabbisogno ponderato di due anni (164 pianificati per il 2021-22). Per questo motivo, conclude l’avvocato delle famiglie ricorrenti, «O è stata sbagliata la stima o è successo qualcosa che ha indotto a violare la pianificazione». Secondo quanto riportato dal “Giorno” l’elemento che potrebbe spiegare tutta quella fretta è il fatto che erano esposti sui cippi delle tombe i nomi di donne che avevano subito aborti spontanei o eseguito interruzioni terapeutiche delle gravidanze senza il loro consenso: «Con la campagna di esumazioni si è voluto porre rimedio a quell’errore rimuovendo non i nomi esposti senza consenso sui cippi, ma i cippi stessi, ma così per rimediare ad un errore se n’è compiuto un altro, travolgendo il diritto di chi consapevolmente aveva dato un nome un cognome e una lapide ai propri bambini», conclude l’avvocato Mingiardi. Il Comune di Brescia in realtà aveva motivato quelle rimozioni come «necessarie per effetto di Covid-19», ma i legali delle famiglie contestano che c’erano già altri spazi vuoti.