Il network FSIN (Food Security Information), che collabora con enti internazionali tra i quali la FAO, l’ONU e istituzioni governative, dal 2019, pubblica annualmente un rapporto nel quale vengono analizzati i dati di 58 paesi del mondo, riguardanti i livelli di crisi umanitaria e di emergenza alimentare, per individuare quali sono le nazioni più a rischio e le zone nelle quali si necessita di intervento urgente e di assistenza. Per quest’anno le analisi sono state allarmanti, infatti è stato rilevato che, a causa della crisi post pandemica e dai recenti conflitti, soprattutto quello in Ucraina, ne è scaturito un grave peggioramento mondiale.



Attualmente sarebbero almeno 258 milioni le persone bisognose di aiuti immediati perchè a rischio grave malnutrizione e morte. I livelli misurati sono quattro: vanno dal minimo che è quello nel quale viene riscontrata nella popolazione un sufficiente soddisfacimento delle necessità alimentari, fino a quello peggiore, categorizzato come “grave carestia“. Nel mezzo ci sono le altre fasce, di media o importante crisi, che sono state quelle con numero di persone più elevato ed in costante crescita dallo scorso anno. Tra queste si contano almeno 35 milioni di bambini sotto ai cinque anni che si trovano in uno stato di malnutrizione acuta.



Rapporto FSIN: la mappa dell’emergenza alimentare nel mondo

In base ai dati pubblicati da FSIN/FAO, le zone più colpite dall’emergenza alimentare sono quelle dell’Africa. In particolare il 40% della popolazione affetta da grave malnutrizione si trova in Etiopia e nella Repubblica del Congo. Poi seguono Nigeria, Yemen e Afghanistan. Queste situazioni sono aggravate dalle guerre e dalle crisi interne, che provocano anche un esodo di massa di migranti che tentano di fuggire da situazioni disperate. La fame resta la principale causa di morte infantile in Africa, e oltre all’instabilità politica influisce molto anche la guerra in Ucraina. Le esportazioni di grano russo sono diminuite e i prezzi sono aumentati.



Inoltre, c’è in gioco anche il fattore climatico, i fenomeni naturali intensi come siccità, inondazioni e cicloni contribuiscono ad aggravare le condizioni. Il rapporto di crisi alimentare ha per la prima volta inserito anche altri stati come Guinea e Mauritania, che presentano un livello di malnutrizione acuta, peggiorato rispetto al 2022. Ora, la comunità internazionale è chiamata ad intervenire, per evitare che la situazione precipiti definitivamente nel 2023.