Matthias Schmale, ex capo dell’agenzia Unrwa nella Striscia di Gaza, ha parlato del governo di Hamas, criticandolo aspramente come ha sempre fatto durante la sua carica, sulle pagine del Giornale, raccontando anche per quale ragione venne cacciato dalla Striscia nel 2021. “Ero lì durante gli 11 giorni di guerra”, spiega, “e alla tv israeliana avevo detto che la maggior parte degli attacchi israeliani fossero stati precisi e non avessero preso di mira deliberatamente i civili“.
“Hamas e altri”, continua a spiegare, “hanno interpretato i miei commenti come se giustificassi ciò che Israele ha fatto“, al punto che fecero pressioni “affinché me ne andassi”. Racconta di essere stato lì per quattro anni, nel corso dei quali si scontrò diverse volte con i terroristi palestinesi, ma ancora oggi rimane convinto che “si possa lavorare lì per l’Onu, ma bisogna stare attenti” perché a suo avviso quella che ha messo su Hamas “non è una società libera e aperta“, fatto che nel 2021 lo rese “un bersaglio facile da incolpare”, ma riconosce anche che all’epoca, più di oggi, “c’era molta rabbia”.
Schmale: “Hamas non ha governato bene a Gaza e il popolo è deluso”
Cercando, invece, di fare un resoconto sull’attuale situazione della Striscia di Gaza, dove imperversa la guerra tra Hamas e Israele, Schmale sostiene che “i miei ex colleghi e amici descrivono la paura. Hanno paura di sopravvivere fino alla prossima ora, al prossimo giorno. Chi ha figli è molto preoccupato”. In generale “nessun posto è sicuro a Gaza”, mentre nel 2021 “i miei amici si sentivano ancora al sicuro nelle scuole dell’ONU, negli ospedali”.
La guerra tra Hamas e Israele, invece, secondo Schmale è “una catastrofe umanitaria sempre più grave”. Allo stato attuale, inoltre, ritiene che per la liberazione degli ostaggi l’alternativa migliore, nonché l’unica attuabile, sia negoziare, sottolineando che “o si combatte direttamente [i terroristi] proteggendo la popolazione o si fa pressione per trattare”. Infine, ha voluto anche parlare del ruolo che Hamas ricopre nella Striscia, spiegando che “stanno deludendo il loro popolo. Non hanno governato bene [e] la violenza non è mai la risposta”. Ritiene che la lotta per la libertà è “legittima”, ma di contro “la violenza non funziona mani. Il terrore che hanno commesso non può essere giustificato” e finisce per essere dannoso “per la popolazione” che “non rispetta quello che stanno facendo”.