Aumentano del 28 per cento i suicidi tra le donne in Giappone nel 2021: un dato preoccupante, se confrontato con la media registrata nei quattro anni antecedenti alla pandemia di Coronavirus. La statistica, come riferito dall’agenzia di stampa internazionale ANSA, è contenuta all’interno del rapporto governativo denominato “White Paper” e imperniato su un lavoro di prevenzione del fenomeno dei gesti anticonservativi, che vede il Paese nipponico attestarsi ai vertici dell’infelice graduatoria mondiale, nonostante il trend sia in fase calante, perlomeno per ciò che concerne i decessi volontari tra gli uomini.
Dando un’occhiata ai numeri più recenti, si scopre che il numero totale di coloro che si sono resi protagonisti di suicidi in Giappone nel 2021 si è assestato a 21.007, in diminuzione dello 0,4% rispetto a dodici mesi prima, con 13.939 casi che hanno riguardato individui di sesso maschile (in diminuzione per il dodicesimo anno di fila) e 7.068 che si sono verificati tra le donne, in ascesa per il secondo anno consecutivo.
SUICIDI IN AUMENTO TRA LE DONNE IN GIAPPONE: I DATI E LE PROBABILI CAUSE
Addentrandoci ulteriormente nello specifico dei suicidi registrati tra le donne in Giappone, analizziamo altri dati connessi a questa tendenza negativa: i gesti anticonservativi tra coloro che disponevano di un lavoro è cresciuto del 28% rispetto a una media di 1.320 casi rilevati a cavallo tra il 2015 e il 2019.
Tuttavia, come si legge nel report “White Paper” e come viene riferito anche nell’articolo pubblicato sulle colonne digitali dell’agenzia ANSA, l’incremento più consistente, pari al 64%, è quello che ha coinvolto tutte coloro che sono inglobate nella fascia di età tra i 20 e i 30 anni. Seguono quindi, nella graduatoria dei suicidi, le donne ultra 50enni, a quota 28%. Le cause più probabili e ipotizzate nel rapporto consistono nel proliferare dell’insicurezza negli ultimi due anni, complice l’emergenza sanitaria internazionale, e la paura di essere private dell’indipendenza economica.