Lucia Azzolina di nuovo nel mirino, stavolta per i banchi monoposto dotati di rotelle che dal prossimo settembre comporranno le aule delle scuole italiane. E così pure Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus a cui è stato affidato il compito di provvedere all’approvvigionamento dei nuovi arredi. Allora ha indetto una gara pubblica europea per la fornitura al massimo di 3 milioni di banchi monoposto, 1,5 milioni del tipo tradizionale e altrettanti del tipo “futuristico”. Ciò che colpisce è il costo preventivato: 300 euro circa, secondo quanto riportato da La Verità. Un prezzo esagerato se si tiene conto del fatto che il colosso Alibaba, ad esempio, mette in vendita lo stesso tipo di banchi a 30 dollari ciascuno, quindi poco meno di 30 euro, se l’ordine dovesse superare le 100 unità. Eppure sono quelli con base circolare a rotelle, pistoni a gas per regolare l’altezza della sedia, con tavolino integrato ripiegabile. È pur vero che il prezzo indicato non tiene conto delle spese di spedizione e di altri costi accessori, così come non vengono indicate le tempistiche, ma la differenza di prezzo è evidente.
BANCO MONOPOSTO, CAOS PREZZO MA AZZOLINA…
Non si è fatta attendere la replica della ministra dell’Istruzione. Ha pubblicato sui social un post in cui entra nel merito delle polemiche sui nuovi banchi, visto che il quotidiano La Verità aveva titolato: “Azzolina vuol pagare 300 euro i banchi che ne costano solo 30“. Per la ministra è una «fake news», quindi invita a smetterla con l’allarmismo. «È una notizia assolutamente falsa. Non ho mai detto che pagheremo i banchi innovativi 300 euro. Mai. Anche perché il prezzo non lo stabiliscono il Ministro di turno o i social, ma la gara europea in corso. Com’è giusto che sia». Lucia Azzolina ha poi aggiunto che non è stata imposta alcuna tipologia di banco: le scuole possono richiedere i banchi monoposto che preferiscono tra il modello tradizione e quello più innovativo. Inoltre, ha ricordato che c’è stata una richiesta di 2,4 milioni di banchi, un dato che conferma l’esigenza di nuovi arredi scolastici. «Ci sono scuole dove i banchi non vengono cambiati da tantissimi anni. E finalmente lo Stato, per la prima volta, anziché dire ai dirigenti scolastici “comprateli voi” si fa carico di questa spesa».