Martedì mattina due sorelle di 33 e 35 anni si sono buttate dalla loro finestra del quarto piano e sono cadute nel cavedio di un palazzo di Genova. La prima, mamma di 4 bambini (la più giovane), è deceduta sul colpo mentre la sorella si è riuscita a salvare e si trova ora in rianimazione. Alla base di questo folle gesto la paura che alla madre venissero tolti i bimbi e affidati al marito, già denunciato per maltrattamento. Storie Italiane ha parlato con l’avvocato di lui e Carla Lombardi, inviata da Genova, ha aggiunto: “La ragazza sta meglio, e all’inizio si pensava che la giovane si fosse gettata a terra per salvare l’altra sorella, mentre si è trattato di un gesto volontario come raccontano diversi testimoni. Sta meglio ma ha moltissime fratture e continua a chiedere della sorella, non sapendo che è morta”.



La vittima aveva paura di perdere i figli “Aveva denunciato il marito diverse volte per maltrattamenti psicologici riguardanti il suo fanatismo religioso, lei sosteneva che lui voleva imporre la religione a lei e ai suoi bimbi ma lei non voleva. Era stato condannato per un caso di sequestro di persona visto che aveva chiuso in chiave le due donne e poi andato in moschea, mentre era stato assolto per lesioni, lei era preoccupata secondo molti di dover lasciare i bimbi al marito visto che lei era disoccupata mentre il marito aveva un lavoro, una nuova compagna e un nuovo bimbo e aveva quindi paura che gli togliessero l’affido”.



GENOVA, SORELLE SI LANCIANO NEL VUOTO: LE PAROLE DELL’AVVOCATO DELLA VITTIMA

Cristiano Mancuso, il legale delle due sorelle, ha fatto un po’ di chiarezza: “C’erano sicuramente dei problemi fra la donna e il marito. Mi aveva manifestato la preoccupazione per la crescita dei figli visto che il marito voleva imporre l’islam più radicale e lei non era d’accordo. Ho letto di gelosia di lei verso il marito ma questo non è reale. Il 26 settembre scorso il tribunale ha condannato il signore per sequestro di persona, per un’ora e mezza la signora non è potuta uscire di casa. C’era una conflittualità, ma questa sentenza l’ha ritenuto responsabile di sequestro. Il convincimento che i figli potessero crescere in un ambiente malsano è reale”.



“La signora mi aveva cercato due giorni prima di questo gesto perchè voleva fare una ulteriore querela verso quest’uomo, purtroppo non sono in grado di sapere perchè. La stampa ha trattato la vicenda in maniera asettica e oggettiva, non so cos’abbia detto l’avvocato del signore, visto che quello che è emerso è stato. Non diamo responsabilità a chi non le ha ma c’è stata una conflittualità fra ambo due le parti”. Storie Italiane ha parlato proprio con il legale dell’ex marito: “Mio assistito è ben inserito nel territorio, lavorava, non era un estremista e neanche un fanatico religioso, era musulmano come la moglie.

GENOVA, SORELLE SI LANCIANO NEL VUOTO: PARLA L’AVVOCATO DI LUI

E ancora: “La signora non portava il burka, aveva la patente e svolgeva una vita sociale normalissima. Il marito non poneva in essere alcuna costrizione verso la moglie. Lei aveva paura che i figli venissero affidati al marito perchè una udienza a fine dicembre aveva dato prova che la moglie era in sofferenza psicologica. La moglie l’accusava di moltissime cose, c’è un procedimento di lesioni per cui è stato assolto. Rientra tutto in una grave crisi coniugale, lei avrebbe avuto un disagio post partum che però non è stato rilevato da nessuno”.

L’avvocato della vittima ribadisce: “C’è una condanna per sequestro di persona e non si può sminuire, credo sia erroneo e sbagliato, questa donna che aveva tutta questa libertà credo sia smentita. Lui si è portato via le chiavi di casa sue e delle signora, chiudendola in casa, quindi un sequestro fatto e finita, non si può parlare solo di crisi famigliare. Sulla depressione post partum non ho alcuna notizia”.