A pochi giorni dall’apertura della BI-MU, in scena a fieramilano Rho dal 9 al 12 ottobre, Patrizia Ghiringhelli, presidente di EFIM-ENTE FIERE ITALIANE MACCHINE, società del gruppo UCIMU che organizza la fiera, e vicepresidente dell’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, ci racconta punti di forza e elementi distintivi di una manifestazione che da quasi 70 anni racconta l’evoluzione dell’industria del Paese.



Presidente Ghiringhelli, mancano pochi giorni alla partenza di 34.BI-MU. Che fiera è la BI-MU.

Anzitutto è una manifestazione storica, tra le più longeve in Italia. Basti pensare che siamo appunto alla 34esima edizione. Nata a cavallo tra gli anni ’50 e 60′, la mostra, da allora, ha onorato il suo appuntamento con espositori e visitatori ogni due anni; anche nel 2020 quando il mondo era nel pieno della pandemia. Capisce bene che non può essere un caso il suo successo… un successo che dipende dalla filosofia sottesa ad essa e anche dalla paternità.



In che senso la paternità?

BI-MU è promossa da UCIMU, l’associazione di categoria che rappresenta le imprese della macchina utensile che sono poi le vere protagoniste dell’esposizione. Nella definizione dei contenuti e di quello che viene chiamato concept della manifestazione, UCIMU parte dalle richieste ed esigenze delle sue aziende. Per questo possiamo dire che è veramente a misura del nostro mondo. Con queste premesse BI-MU non si presenta come una semplice fiera. Noi costruttori e così anche i nostri clienti, e in generale tutti gli operatori coinvolti, la consideriamo una vera e propria rassegna. Intendiamoci: in BI-MU la dimensione commerciale è importantissima – e non potrebbe essere altrimenti – ma non è l’unica. Oltre a favorire l’incontro tra domanda e offerta, BI-MU offre molto altro: contenuti, approfondimenti, tante iniziative per un pubblico allargato e uno sguardo che va al di là dell’istantanea del mercato, a beneficio dello sviluppo del settore.



Come si concretizza questo impegno?

Le faccio qualche esempio. Interpretando l’evoluzione del contesto, ultimamente la manifestazione si è aperta a nuovi segmenti produttivi collegati alla macchina utensile: dalla robotica all’additive, dal digital a un primo approccio (proprio in occasione della prossima edizione) al mondo dei compositi. Con questo format, si intende dare la possibilità agli operatori di ampliare la propria conoscenza della manifattura di settore. Ma la crescita culturale e l’aggiornamento tecnologico passano anche, e soprattutto, attraverso i numerosi convegni e incontri promossi durante i giorni di mostra (dentro l’arena BI-MUpiù) e curati da esperti e organizzazioni di rappresentanza: oltre a UCIMU tutti i partner istituzionali considerati i referenti ufficiali di tutti i segmenti rappresentati in fiera. E infine una componente importantissima degli eventi firmati da UCIMU – e BI-MU ne è l’esempio più fulgido – è l’attenzione ai giovani considerati il futuro prossimo del settore.

Cosa avete organizzato per loro?

Tantissime iniziative… tutte sotto il cappello di UCIMU Academy, grande contenitore delle attività promosse dall’associazione attraverso la sua Fondazione con l’obiettivo di avvicinare i giovani al settore. A BI-MU avremo 5.000 studenti. Tantissimi. Per la prima volta, oltre a quelli delle superiori saranno in visita anche i ragazzi delle scuole medie, momento decisivo per la scelta del percorso formativo da intraprendere. È stato poi attivato un servizio di matching tra domanda e offerta di lavoro curato da Randstad nostro partner e poi, grande novità, avremo la finale del concorso ROBOTGAMES.

Cos’è ROBOTGAMES?

È il nuovo concorso di automazione e robotica per gli studenti delle scuole superiori, promosso da UCIMU Academy, realizzato da EFIM con il contributo di Fondazione fieramilano. In fiera, venerdì 11 ottobre, si terrà la finale con la sfida tra 8 team di 8 diversi istituti che arrivano da tutta Italia. In palio per i primi tre classificati vi sono 20.000 euro. Li premieremo sabato mattina (12 ottobre). Per promuovere questo progetto, abbiamo ingaggiato Greta Galli, celebre content creator specializzata in tecnologia. Il senso di queste iniziative? Se il tuo challenge è attrarre i giovani devi rivolgerti a loro in modo che ti ascoltino; ecco perché il concorso e la comunicazione su Instagram…

Novità di questa edizione di BI-MU è l’ottenimento della certificazione di evento sostenibile? Cosa ha spinto EFIM a intraprendere questo percorso.

Torniamo al discorso che facevamo poc’anzi. I nostri eventi fieristici non sono semplici eventi commerciali: vogliamo stimolare le imprese ad avvicinarsi a temi che, a tendere, saranno dirimenti per il successo del loro business. È questo il caso della attenzione alla sostenibilità. Da parecchi anni UCIMU ha approcciato questo tema: il marchio UCIMU dal 2021 è concesso alle imprese che mettono al centro del loro operato l’attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. D’altra parte, il percorso formativo in materia, reso alle imprese associate, e frutto della collaborazione con ALTIS, ha permesso alle aziende di comprendere valore e opportunità derivanti dalla adozione dei criteri ESG nello svolgimento della loro attività. La certificazione della BI-MU è dunque la naturale prosecuzione di questo impegno.

In ultimo lei è anche presidente di Ghiringhelli spa. Quante BI-MU avete fatto? Com’è cambiata la fiera in questi anni? Cosa si augura per il futuro?

L’azienda fondata da mio nonno nel lontano 1921 ha partecipato alla BI-MU fin dalla sua prima edizione. Nel corso del tempo la manifestazione è molto cambiata sotto molti aspetti. Prima di tutto in fatto di produzione: prima l’esposizione prevedeva solo macchine, oggi il settore e la manifestazione, comprendono molte più tecnologie. Ma poi anche nel layout. Ai suoi esordi la manifestazione era una carrellata di stand che presentavano una amplissima gamma di prodotti tutti esposti e la zona di accoglienza quasi non era contemplata. Oggi invece, la zona ricevimento e i servizi connessi sono divenuti centrali. Questo perché in fiera ciò che conta più di ogni altra cosa è dar spazio alla relazione e al contatto. Ciò non significa che l’esposizione di tecnologia passi in secondo piano. Le macchine utensili e i sistemi di produzione, spesso in funzione, rappresentano la grande attrazione di BI-MU, un altro elemento di differenziazione rispetto a tutti gli altri eventi espositivi.

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