Sono 35 i minori che quotidianamente sono spariti in Italia nei primi sei mesi del 2022, quasi uno e mezzo ogni sessanta minuti. Numeri atroci, drammatici, che inducono e conducono a una riflessione che non può non essere approfondita. Sono i dati raccolti dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, il prefetto Antonino Bella, secondo il cui report in un semestre sono scomparse 9.599 persone, 53 al dì, oltre due all’ora. Il 74% di esse è di sesso maschile e solo il 48% di esse è stato ritrovato. Del restante 52%, non si ha notizia alcuna.
Come si legge sul quotidiano “La Repubblica”, rispetto al secondo semestre del 2021 le denunce di scomparsa sono calate di oltre il 13%, ma “il confronto con il primo semestre dello scorso anno registra invece un aumento del 17%. L’emergenza sociale delle persone scomparse è difficile da comprendere e arginare. Gli allontanamenti, per lo più, sono volontari, l’82%, gli altri avvengono per deficit cognitivi, perché si è vittima di un reato o perché si è sottratti da un familiare”. Il dato più inquietante, tuttavia, riguarda la scomparsa dei minori: “Da gennaio a giugno ne sono spariti 6.312, due terzi del totale. Il 70% riguarda minori stranieri che migrano attraversando la Penisola e per il 30% si tratta di italiani. I ritrovamenti invece capovolgono le percentuali: il 70% dei minori italiani viene recuperato, a fronte del 30% dei minori stranieri scomparsi e rintracciati”.
MINORI SCOMPARSI IN ITALIA, È ALLARME: “LAVORO NERO, PEDOFILIA, PROSTITUZIONE, TRAFFICO D’ORGANI”
Elisa Pozza Tasca, ex parlamentare bassanese e portavoce di “Penelope (S)comparsi”, ha parlato a “La Repubblica” proprio di questo fenomeno negativo: “La maggior parte dei minori che scompare fugge dalle guerre, ora in particolare quella ucraina e sparisce per il lavoro nero, la pedofilia, la pedopornografia, la prostituzione, fino al traffico d’organi, come nel caso della bimba rapita a Durazzo in un brefotrofio”.
Peraltro, le persone che svaniscono possono essere scomparse, sottratte o disperse, come è avvenuto a Giorgio De Bona, scialpinista di 47 anni di Alpago, che a dicembre durante un’escursione ad alta quota precipitò in una dolina carsica, rimanendo nella neve per 25 ore: “Si pensa soprattutto ai familiari, in ansia per la tua sorte, ignari della tua vita“, ha raccontato il diretto interessato, sopravvissuto a quell’incidente ad alta quota. Ecco perché questi numeri, legati ai minori ma non solo, sono decisamente preoccupanti.