A Storie Italiane la tragedia della 39enne di Palermo, Candida Giammona, donna morta durante il parte assieme al figlio. Quattro medici, tre ginecologi e un chirurgo, sono stati iscritti sul registro degli indagati con il capo d’imputazione di omicidio colposo, e il prossimo 4 febbraio ci sarà l’autopsia da cui si cercherà di capire di più sulla morte improvvisa della 39enne Candida. La mamma, disperata, ha spiegato: “Voglio mandare un messaggio a sanità, autorità, a tutti i competenti, voglio giustizia per mia figlia, voglio sapere cosa è successo, cosa gli è stato fatto. La mattina l’avevo sentita – ha proseguito – le ho detto che volevo un suo abbraccio, ma lei mi aveva detto di no per paura del covid, ma mi ha detto che appena partoriva potevo andare a farle visita e mi aveva detto quindi di mettermi dietro la clinica. L’ho vista morta, quell’abbraccio non lo avrò più, mi manca, io rivoglio mia figlia”.
Massimo Concilogo, cda della casa di cura di Palermo in cui si è verificato di fatto il decesso, ha aggiunto: “La casa di cura sta vivendo questo evento tragico con una sincera partecipazione, ci rendiamo conto del grande dolore dei famigliari. Non è una frase di circostanza la mia. Sarà la magistratura che verificherà quali siano state le cause che hanno determinato questo grave episodio”. La madre ha replicato: “Ho passato una notte di inferno, nessuno mi ha detto cosa stesse accadendo. Ho bussato al portone e nessun medico mi ha aperto, mia figlia stava morendo, nessuno mi diceva niente, fino a quando ho visto l’ambulanza con su mia figlia. Dopo è arrivato uno che mi ha dato le valigie di Candida e mi ha detto che sua figlia la vedrà sulla barella e io ho risposto sei una m*”, con l’inviata del programma Rai che ha tolto il microfono alla stessa. Concilogo ha poi risposto: “Eravamo in una situazione di emergenza e non avevamo il tempo per avvisare nessuno. 3 medici sono scesi in portineria e hanno avvisato il marito che la moglie era gravissima, avvisandolo poi che sarebbe scesa la barella con la signora”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
39ENNE MUORE DURANTE PARTO ASSIEME AL BIMBO/ PALERMO, FAMIGLIARI CHIEDONO GIUSTIZIA
Dramma a Palermo, dove una donna di 39 anni, Candida Giammona, è morta assieme al bimbo che aveva in grembo durante il parto. Un fatto che è avvenuto due giorni fa e stando alle indiscrezioni riportate da lasicilia.it, sembra che la 39enne sia giunta presso l’ospedale Buccheri La Ferla già priva di vita, così come il futuro nascituro. Prima la paziente era stata presa in carico dalla clinica Candela, dove era stata sottoposta ad un parto cesareo d’urgenza, dove la situazione è degenerata. Stando a quanto affermato dai sanitari della clinica palermitana, la vittima avrebbe sofferto di una patologia che ha poi portato alla morte: «La Clinica Candela – la nota ufficiale firmata dall’avvocato Massimo Cocilovo, consigliere d’amministrazione della casa di cura – partecipando al dolore dei familiari della signora Candida Giammona per la tragedia che stanno vivendo – rileva che da parte del proprio personale sanitario è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita della paziente e del neonato, i cui decessi si ritiene siano stati determinati da un evento imprevisto ed imprevedibile e si affida, con piena fiducia, alle verifiche che la magistratura riterrà di effettuare».
39ENNE MORTA A PALERMO DURANTE IL PARTO, PARLA LA CUGINA
La famiglia chiede giustizia, a cominciare da Alis Alario, la cugina di Candida Giammona, che a Open racconta: «Nessun’altra donna dovrà più morire nel giorno più bello della sua vita». Stando a quanto raccontato dai famigliari, gli stessi non sarebbero stati avvisati dell’accaduto: «i dottori non hanno detto neanche una parola sull’accaduto. Si trovavano fuori dalla clinica ad aspettare che Candida uscisse dal reparto dopo tante ore di attesa in cui nessuno diceva niente, l’hanno vista uscire su una barella ed entrare in ambulanza. I dottori non hanno detto nulla – ha ribadito la cugina – gli hanno solo consegnato la borsa di Candida e sono saliti subito in ambulanza». Secondo la stessa Alis li hanno «abbandonati fuori senza aver ricevuto alcuna informazione, da nessuno». Il gruppo si è poi spostato al Buccheri La Ferla, con l’ospedale che le ha provate tutte pur di rianimare la donna, ma la 39enne «ha avuto in tutto quattro infarti, pur non soffrendo di alcuna patologia».