Il 41 bis, il cosiddetto carcere duro, è una misura da mantenere o da revocare? Secondo un sondaggio condotto da Euromedia Research e pubblicato sulle colonne de “La Stampa” da Alessandra Ghisleri, il 41% degli italiani la reputa una legge giusta e da mantenere così com’è e addirittura il 26,4% vorrebbe inasprire la pena ed estenderla ad altri reati. Di fatto, due cittadini su tre sono favorevoli al 41 bis, mentre per il 16 per cento è da riformare e limitare ai soli casi di reato più gravi e detenuti pericolosi. Il 6,3% ritiene che il carcere duro sia da abolire per i soli casi di detenuti in gravi condizioni di salute. Il 10,3 per cento, invece, non sa o non risponde.



Il pensiero sul 41 bis, ha chiarito Alessandra Ghisleri, “è politicamente trasversale nei partiti che sostengono la maggioranza da Forza Italia (56,7%) a Fratelli d’Italia (52,3%), fino agli elettori della Lega (32%), che si dividono tra questa opzione e la possibilità di inasprire questo provvedimento ed estenderlo anche ad altri reati (28,8%). Su queste due posizioni si allineano anche gli elettori del Movimento 5 Stelle, dove il 43,7% la ritiene corretta così, mentre il 31,2 desidererebbe – addirittura- renderla più dura. Per i sostenitori del Partito Democratico il 41 bis è giusto così (42,2%). Tuttavia, nell’area delle opposizioni emerge anche uno spiraglio di riforma che riguarda la possibilità di limitare il carcere duro solo a quei detenuti considerati – agli atti – più pericolosi. La pensa così 1 elettore su 3 di Azione e 1 su 4 del Pd e di +Europa”.



41 BIS: “GRAVI GLI INCONTRI DEI PARLAMENTARI CON COSPITO”

In merito al 41 bis, Alessandra Ghisleri scrive su “La Stampa” che “il 42,2% ritiene che gli incontri tra i parlamentari del Partito Democratico e Alfredo Cospito siano gravi, mentre il 44,1% ritiene che sia più grave l’utilizzo e la diffusione di documenti e informazioni riservate nelle parole di accusa del deputato Giovanni Donzelli. E ancora, anche se il 35,7% non ha saputo offrire una sua interpretazione sulla violazione nella diffusione di documentazione riservata, a questo quesito il 33,1% del campione di italiani intervistati ritiene che ci sia stata un’infrazione nella diffusione di documenti riservati, mentre il 31,2% è convinto che in questa vicenda non si sia rivelato nulla di riservato”.



In tema di dimissioni, un elettore su tre indica i deputati del Pd chiamati in causa da Donzelli come coloro che si dovrebbero dimettere, mentre il 34,8% punta il dito sullo stesso Giovanni Donzelli e sul sottosegretario Andrea Delmastro per le possibili dimissioni. In questo caso un elettore su due di Forza Italia (46,7%) si dice convinto che questi non siano fatti rilevanti.