Maxi indagini della polizia in quel di Reggio Calabria dove è stata eseguita un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di cinque persone, tutti uomini di età compresa fra i 35 e i 65 anni, dopo la scoperta di un’organizzazione criminale che avrebbe gestito un traffico illecito di rifiuti. Secondo quanto si legge su TgCom24.it, sarebbe emerso lo sversamento di ben 5.000 tonnellate di rifiuti speciali gettati nel torrente Valanidi, uno dei corsi di acqua che attraversa il capoluogo calabrese. I 5 dovranno ora rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, disastro e inquinamento ambientale, attività di gestione di rifiuti non autorizzata e occupazione abusiva di suolo pubblico.



Gli sversamenti, secondo quanto emerso, avvenivano in pieno giorno attraverso dei mezzi pesanti e gli uomini coinvolti, già con precedenti in materia ambientale e associazione di tipo mafioso, sono tutti titolari e dipendenti di un’azienda specializzata in attività di demolizione e movimento terra, di conseguenza hanno utilizzato i propri mezzi pesanti proprio per sversare i rifiuti. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo dell’intero patrimonio dell’impresa e le indagini hanno permesso di accertare che il traffico illecito avveniva anche attraverso false attestazioni.



5.000 TONNELLATE DI RIFIUTI NEL TORRENTE VALANIDI: CENTINAIA DI OPERAZIONI AL MESE

Le operazioni di carico e scarico erano circa un centinaio al mese, con TgCom24.it che scrive di r”eiteratamente e spregiudicatamente, ingenti quantitativi di rifiuti speciali”, sversati nel torrente Valanidi. Il materiale gettato nel fiume riguardava residui fangosi, scarti da cantieri edili e demolizione, rifiuti speciali che ovviamente necessitano uno smaltimento a se stante e che non possono essere buttati in un fiume.

Viene inoltre segnalato che i cinque incriminati, attraverso i mezzi in propria dotazione, sottraevano e si impossessavano del pietrisco che costituisce la base naturale del torrente, utilizzando poi lo stesso per le lavorazioni di settore. Nell’ambito dell’indagine sequestrati anche conti correnti, autocarri, mezzi d’opera e perfino auto di lusso.