Il 5 maggio 2002 è un ricordo duro da digerire per i tifosi interisti e sicuramente tra i più lieti in assoluto per quelli juventini. Ma in un’intervista al portale calciomercato.com, l’ex difensore bianconero Mark Iuliano precisa come se avesse potuto, avrebbe scambiato quella giornata con la conquista di una Champions League in carriera con la maglia della Juventus. A precisa domanda risponde: “Sì, sì. Perché di scudetti ne avevo vinte già tre, la Champions sarebbe stata il coronamento di una vita, di tutti gli sforzi di una carriera. Quindi l’avrei barattata sicuramente.” Un rammarico che ritorna pur ripensando direttamente a quel glorioso pomeriggio di inizio maggio: “Le emozioni vanno un po’ scemando, non ricordo neanche la formazione avversaria. A volte ricordo che dovevo marcare Bierhoff, invece era l’Udinese di Sosa e Di Michele. Ti rendi conti di aver fatto un’impresa non indifferente, ma in quegli ne abbiamo fatte tante di imprese non banali. Anche quella di perdere tre finali di Champions… Perderne tre non è facile, se ci metti pure l’Europeo del 2000, questo rimane un rammarico importante.” (agg. di Fabio Belli)



5 MAGGIO, MATERAZZI RICORDA IL TRIPLETE

5 maggio, data che oramai da anni divide le tifoserie di Inter e Juventus che a questa “storica” data, celebrata già molto tempo prima e per più nobili scopi dalla letteratura e dalla poesia, associano rispettivamente alcuni dei momenti più belli e brutti sportivamente parlando. Infatti se i tifosi bianconeri la associano a quella storica rimonta che al cardiopalma permise loro nel 2002 di rimontare proprio all’ultima giornata i nerazzurri, sconfitti in modo rocambolesco e in una atmosfera surreale dalla Lazio all’Olimpico di Roma, per la Beneamata otto anni dopo c’è stata la nemesi storica dato che il 5 maggio ha segnato la prima delle tre tappe che portarono l’allora club del presidente Massimo Moratti a vincere quel Triplete inaugurato dalla Coppa Italia, guarda caso, proprio nello stesso stadio grazie a una rete di Milito e per giunta in una gara in cui José Mourinho aveva schierato alcune riserve proprio per prepararsi meglio al rush finale in campionato e all’atto conclusivo della Champions League. E a mettere un po’ di sale nei ricordi e per rispondere con ironia a chi ricorda solo il 5 maggio 2002, attraverso i suoi canali social, e come fa oramai da diverso tempo, Marco Materazzi ha rievocato la stessa data del 2010 con un post su Instagram, immortalato mentre bacia quella Coppa Italia e scrivendo che “l’alba del nostro Triplete, la notte che non è ancora finita del vostro peggiore incubo”. (agg. di R. G. Flore)



DALLE LACRIME DI RONALDO AL TRIPLETE, SEMPRE ALL’OLIMPICO…

Sono passati 8 anni dal 5 maggio 2002 al 5 maggio 2010 e per l’Inter è di fatto cambiato un mondo: da squadra di continui perdenti e con scudetti sempre sfumati, a divenire l’unico team italiano a vincere un Triplete (tre trofei più importanti nella stessa stagione, ovvero Scudetto, Champions League e Coppa Italia). Nella memoria calcistica di ognuno la data del 5 maggio non può non evocare quell’incredibile 5 maggio 2002 quando l’Inter di Cuper e Ronaldo all’ultima giornata sfidava una Lazio senza grandissimi stimoli (si giocava l’accesso alla Coppa Uefa ma con uno stadio Olimpico tutto schierato con i nerazzurri, per non far sopravanzare la Roma in classifica) veniva schiacciato per 4-2 perdendo al fil di lana lo Scudetto.



Il trofeo quell’anno andò alla Juventus che con Trezeguet e Del Piero risolse la pratica Udinese mentre l’Inter crollava sotto i colpi di Karel Poborsky e Simone Inzaghi: già, proprio l’attuale tecnico della Lazio in lotta nello scudetto “ostaggio” del coronavirus segnava il 4-2 finale e, ironie del destino, poco dopo il capitano della Juventus Antonio Conte (oggi tecnico dell’Inter, ndr) andava a festeggiare sotto la curva friulana l’incredibile Scudetto appena “scippato” agli odiati avversari milanesi. Una giornata che rimarrà nella storia calcistica e che avrebbe dovuto andare del tutto diversamente: con Vieri e Ronaldo che avevano trascinato l’Inter di Cuper fino al vantaggio risicato dell’ultima giornata (e grazie al golasso di Seedorf nella sfida-Scudetto di qualche settimana prima), la pratica sembrava scontata.

INTER 5 MAGGIO: DALLA LAZIO ALLA ROMA, COME TUTTO CAMBIA IN 8 ANNI

Due volte in vantaggio (Vieri e Di Biagio), due volte raggiunti dal jolly ceco Karel Poborsky, Lazio-Inter del 5 maggio 2002 finì 2-2 dopo 45 minuti: nella ripresa però i neroazzurri uscirono letteralmente dal campo con la testa e persero tutto, con i colpi dell’ex Simeone (oggi Cholo dell’Atletico Madrid) e di Simone Inzaghi, con un disastroso e iconico terzino Gresko che fece errori praticamente su tutti i gol e con Ronaldo che sostituito lo si vide piangere in panchina lacrime amarissime. Fu quella l’ultima in maglia Inter: passarono poi 8 anni, ci fu in mezzo le eliminazioni cocenti in Champions contro il Milan di Shevchenko, l’ondata Calciopoli e gli scudetti di Mancini.

Poi un 5 maggio 2010 la rinascita si completò: vincendo la Coppia Italia contro la Roma, la banda di Mourinho inanellò un mese di maggio perfetto a suggello della pazzesca stagione condotta da Milito, Eto’o, Sneijder e Javier Zanetti. 16 maggio Scudetto contro il Siena e soprattutto 22 maggio 2020, finale di Champions League contro il Bayern Monaco vinta grazie alla splendida doppietta di Diego Milito: in 8 anni il mondo (interista) è cambiato, eppure si sa, le sconfitte spesso sono più “memorabili” delle vittorie. E così se a qualcuno ancora oggi chiedi cosa ricorda del 5 maggio difficilmente dirà – a meno che non sia tifoso sfegatato, ma anche in quel caso trattarsi di un senso di reazione-rivalsa – Inter-Roma del 2010: i 4 gol della Lazio ci sono e ci saranno sempre. Così come i 2 gol del Principe 8 anni dopo: dalla debacle alla rinascita, il gioco della vita ciclicamente ritorna.