Sulle pagine di Repubblica il sociologo e politologo Ilvo Diamanti ha pubblicato un’interessante riflessione sul cosiddetto ‘ceto medio‘, ovvero quella parte di società che non si sente né troppo facoltosa (sia dal punto di vista economico, che sociale), né eccessivamente ‘povera’; appunto: il centro della società, coloro che stanno nel mezzo e che più facilmente finiscono per pagare il costo di crisi e difficoltà. Non a caso “un sondaggio recente – spiega il sociologo – mostra come le componenti che definiscono in modo netto e alternativo la propria collocazione (..) costituiscono una parte limitata”.



A guardare i dati emerge chiaramente che allo stato attuale (o meglio: ad aprile di quest’anno) era solo l’1% della popolazione a collocarsi nella fascia ‘alta’; contrapposta ad un 12% che si ritiene appartenente allo scaglione più basso e addirittura al 50% preciso che si colloca nel ceto medio: “Questo sentimento – continua Diamanti – accentua negli anni di crisi” come dimostrano lucidamente – da un lato – i dati post recessione del 2008 che fecero scendere “i ceti medi (..) dal 60 al 48%” e – dall’altro lato – quelli del 2014 in cui ci fu un nuovo balzo al 51%.



Ilvo Diamanti: “Il consenso politico si gioca sul ceto medio che rappresenta il centro della società”

Il ceto medio diventa così – secondo Ilvo Diamanti – “una sorta di spazio sociale di sicurezza” utile per “affrontare gli eventi che possono accentuare le difficoltà (..) nella speranza di tempi migliori”: non a caso ad influenzare l’auto opinione che i cittadini danno di sé c’è “la propria posizione sociale [e], prevedibilmente, l’attività produttiva svolta (o non svolta)”; con i disoccupati che si sentono “più marginali” e “i liberi professionisti, i tecnici e i dirigenti e i lavoratori autonomi [che] si riconoscono nei ceti medi”.



Ancor più chiara “la relazione [con] gli orientamenti politici“: chi si identifica nella desta e nell’estrema destra – spiega ancora Diamanti – si colloca più facilmente proprio nel ceto medio, con una scarsa propensione ai “ceti più bassi. Mentre, al contrario, i loro consensi crescono nello spazio fra Centro e Sinistra e soprattutto all’esterno di queste categorie”.

“Ciò spiega – conclude il sociologo – come la ‘conquista’ di questo gruppo sociale e di elettori sia (e sarà) sempre più importante. Anzi, fondamentale sul piano politico [e] sociale. Dunque, per tutti noi perché il ceto medio è al centro della società e del consenso politico. Ne costituisce la ‘linea mediana’, nel presente e in prospettiva futura”.